Il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Terni, Pasquale Chiarelli, è sotto il fuoco incrociato delle critiche del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Senso Civico.
Il PD di Terni contesta a Chiarelli l’urgenza di una delibera per la “redazione della documentazione tecnica per la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)”, propedeutica alla realizzazione del “Progetto Culla per la Vita che promuove un mezzo per ovviare al problema sociale di abbandono dei neonati da parte delle mamme in difficoltà” per il quale “ha stipulato in data 12/11/2021 una convenzione con Ater Umbria, proprietaria del
fabbricato sito in Via Linda Malnati già in locazione all’Azienda Ospedaliera, con cui le parti hanno proceduto ad individuare nell’area di pertinenza di tale edificio il luogo ove installare un box prefabbricato, contenete impianti tecnologici e dispositivi costituenti la cosiddetta Culla per la Vita, ove la madre può lasciare in anonimato ed in sicurezza il proprio neonato”.
“Riteniamo la delibera odierna del Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Terni grottesca e inaccettabile, indegna dell’Azienda e del territorio su cui insiste.
È in vigore una normativa – scrive la segretaria comunale del PD – che da decenni permette di partorire in totale anonimato, ricordiamo.
Iniziative analoghe a questo progetto sviluppate in Italia sono sempre state espressione dell’associazionismo mentre il ruolo della sanità pubblica è un altro, ad esempio garantire l’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, che viene costantemente ostacolata e utilizzata come una clava per battaglie ideologiche e ruffiane, passando sopra ai diritti, al corpo e alla psiche delle donne.
Su questo sarebbe il caso che si concentrasse il Direttore – si legge nel documento del PD di Terni – su come applicare le leggi dello Stato italiano, e al contempo cercare di concentrare la spesa su ciò che è utile e necessario all’utenza, mentre parliamo di un discreto progetto ingegneristico per una moderna ruota degli esposti.
Lo stesso linguaggio utilizzato nella delibera di affidamento lascia se non altro molto perplessi, tanto da far dire all’Azienda ospedaliera di esprimere nei “Considerato”, “grande soddisfazione”.
Alla luce di questo, riteniamo necessario e urgente l’intervento delle istituzioni locali, nella speranza che il fatto che l’aggiudicante sia coniugato con un membro della Giunta comunale non sia dirimente.
Lavoreremo però perché questo fatto così grave e clamoroso non resti nei confini locali e faremo tutto quello che è possibile ad ogni livello per chiederne il ritiro.”
LA DELIBERA CONTESTATA
DELIBERA AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
In precedenza, Movimento 5 Stelle e Senso Civico avevano criticato il dg Chiarelli per quanto affermato in sede di 2^ commissione consiliare.
“Inaccettabili posizioni quelle espresse dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Terni ieri in seconda commissione – dichiarano I gruppi consiliari di Movimento 5 stelle e Senso Civico – quanto affermato in tema di autodeterminazione delle donne appartiene a secoli e culture passate che speravamo di aver dimenticato. Le donne ternane hanno diritto a non essere giudicate per le loro scelte né che siano limitati i loro diritti. Il direttore generale deve far rispettare la legge 194 e garantire il servizio della interruzione volontaria della gravidanza. Lo invitiamo a ripristinare quanto prima il servizio all’interruzione volontaria della gravidanza chirurgica e ad iniziare la somministrazione della RU 486, consentendo l’aborto medico anche nella azienda ospedaliera ternana.
Non si può attendere l’installazione di culle medioevali per la applicazione di una legge della Repubblica italiana. Tanto più che la stessa legge 194 prevede dal 1978 la possibilità di partorire senza essere nominati. Il dovere del direttore generale è garantire che le leggi della Repubblica italiana vengano applicate e quindi che anche nell’ azienda ospedaliera di Terni sia garantito il diritto anche ad interrompere una gravidanza”.