“Votate per chi volete, ma votate”: era uno slogan di una trasmissione televisiva. Canzonissima si chiamava, ed era abbinata alla lotteria di Capodanno. I voti servivano per stabilire una graduatoria della canzoni in gara ed individuare la “Canzonissima” che portava un pacco di soldi al possessore del biglietto ad essa abbinato. Insomma, si trattava di esprimere il gradimento per un canzone. Ma un conto è, come accadeva allora, Gianni Morandi contro Massimo Ranieri, un altro è Thomas De Luca contro Leonardo Latini, i due candidati al ballottaggio per sindaco di Terni. Non per il Pd che, dichiarandosi alternativo ad entrambi, lascia i propri (ormai non tanti come una volta) elettori di votare per chi vuole. Questa pare la linea e c’è chi sostiene che per il momento la città di Terni non va importunata né “stressata” con le beghe interne del Pd. Tutto rimandato a dopo.
A dopo anche ogni decisione relativa ai verrtici di un partito che è riuscito a perdere l’8 e mezzo per cento dei voti tra il 4 marzo ed il 10 giugno; in un mese e una settimana. Non si è registrata alcuna assunzione di responsabilità, se si fa eccezione per Sandro Piccinini, uno della “vecchia” guardia e dei “vecchi principi”, da presidente dell’assemblea comunale. La quale assemblea era stata convocata per il 18 giugno ed è stata ora rinviata al 28, a dopo il voto di ballottaggio. Una boccata d’aria in più. Anche se l’aria che tira non pare affatto salubre. Tra gli iscritti che ancora hanno il coraggio o l’incoscienza di tentare di dar battaglia ormai l’idea dominante è una sola: cambiare tutto. Così come responsabilmente recita un comunicato ufficiale diffuso dopo il promo turno: “Il risultati elettorali per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale di Terni sono chiari.
Dati che penalizzano il PD di Terni e la coalizione di centro-sinistra… Già da ora e nei prossimi giorni cercheremo di compiere una analisi onesta, profonda e autocritica rispetto a questi risultati elettorali. Il Partito Democratico di Terni è davanti una svolta epocale, quale quella di rinnovarsi e rigenerarsi al suo interno per tornare ad offrire in tempi brevi una valida offerta politica, culturale e amministrativa alla città di Terni”.
Adesso sembra ci sia chi pensa che basti togliere la sedia da sotto alla segretaria comunale, che – almeno a livello statistici – è l’unica “nuova” denro i vertici di un partito che appare sempre più insicuro, incapace di prendersi le proprie responsabilità, di prendere a quattro mani quel coraggio che non si può comprare in farmacia e come dice la nota ufficiale sopra riportata, “La svolta epocale del Pd, quale quella di rinnovarsi e rigenerarsi al suo interno”. L’alternativa è restare abbarbicati ad una sediola che ha tutta l’aria di essere ormai solo uno strapuntino.