Pasticceri e fornai in marcia verso l’Igp. Sul territorio sta crescendo l’esercito dei produttori che vogliono produrre il Pampepato di Terni a marchio Igp. Dall’inizio del mese è stato possibile avviare l’iter per richiedere la certificazione all’Ente di controllo deputato, ossia il Parco 3A PTA di Pantalla ed entro la fine dell’anno potrebbero essere altri due i produttori che lo hanno ottenuto, il numero salirebbe dunque a tre.
L’impresa che immette al consumo il “Pampepato di Terni” con l’inconfondibile simbolo comunitario blu e giallo (il 23 ottobre 2020 è stato registrato come IGP nel registro europeo delle DOP e delle IGP) gode di una visibilità europea ma anche globale, non solo. Comprare Igp vuol dire garanzia per il consumatore, perché significa che il prodotto è sottoposto a controlli rigorosi e costanti sulla qualità, c’è dietro insomma un percorso garantista volto a prevenire eventuali frodi.
“Per chi opera la di fuori delle regole ci sono sanzioni anche molto severe – spiega il responsabile Area certificazione Parco 3A PTA, Federico Mariotti – regolate dal decreto legislativo n. 297 del 2004 in alcuni casi ci sono anche ricadute penali”.
Ne deriva, pertanto, che le imprese possono si, immettere al consumo il Pampepato liberamente, ma senza denominazione. Chi volesse produrre invece il “Pampepato di Terni” deve acquisire la certificazione IGP.
“La Camera di commercio di Terni negli ultimi anni – ricorda il Segretario generale dell’ente Giuliana Piandoro – ha guidato le tappe fondamentali per la valorizzazione del dolce tipico e con tante altre istituzioni, ha accompagnato ogni passo del Gruppo dei Produttori del “Pampepato di Terni” verso la certificazione IGP del prodotto che, sancendo il legame profondo con il territorio, può proiettare entrambi sui mercati internazionali. Oggi il “Pampepato di Terni” – aggiunge Piandoro – è il primo dolce dell’Umbria e uno dei sei dolci italiani a vantare la certificazione europea di Indicazione Geografica Protetta”.
“I tempi per ottenere l’IGp non sono lunghi, spiega Mariotti, le imprese interessate a produrre il “Pampepato di Terni” devono predisporre specifica documentazione in cui chiedono di essere inserite ‘in controllo’, seguirà una ‘verifica in campo’ presso l’impresa da parte di tecnici per valutare la produzione anche da un punto di vista sensoriale, nel giro di dieci giorni se tutto risulta conforme siamo in grado di rilasciare la certificazione”.
La certificazione una volta acquisita dovrà essere poi riconfermata, previo controllo ogni anno.