Un articolo del Messaggero di ieri ha sollevato dubbi sulla reale volontà della giunta regionale di investire sul nuovo ospedale di Terni e di consentire la realizzazione di una clinica privata, quella che vorrebbe costruire il proprietario della Ternana, Stefano Bandecchi.
In una nota della regione si precisa che il Piano Sanitario Regionale non è stato ancora approvato bensì sono state approvate delle linee di massima.
Inoltre vi si aggiunge: “Il documento approvato non ha pretesa di voler individuare né le strutture né gli assetti organizzativi attraverso le quali tali strategie troveranno realizzazione”. Insomma sembrerebbe di capire, non abbiamo ancora detto no a Bandecchi e al nuovo ospedale di Terni.
LA NOTA DELLA REGIONE
In riferimento all’articolo apparso su “Il Messaggero Umbria” si precisa quanto segue:
Con la recente DGR 134 del 26 febbraio u.s. la Giunta Regionale ha preso atto del contenuto del Libro Bianco – documento di analisi dello stato del sistema sanitario e sociale al 31.12.2019 – ed approvato le Linee strategiche e le priorità d’intervento per il nuovo Piano Sanitario Regionale che, diversamente da quanto riportato nell’articolo, è ancora in fase di redazione. Va comunque precisato che la programmazione prevede che la proposta di Piano sanitario della Giunta regionale, peraltro non ancora scritta, debba essere approvata dal Consiglio regionale che può approvare o emendare come opportuno.
Aldilà delle personali interpretazioni giornalistiche dunque, le valutazioni sul nuovo Piano Sanitario Regionale dell’Umbria, sono rimandate alla data di completamento ed approvazione dello schema da parte della Giunta e si precisa, che, al momento, nel rispetto del ruolo del Consiglio regionale, sono state tracciate delle linee di massima per avviare il confronto.
Ricordiamo quindi, che il Piano Sanitario Regionale attualmente vigente, risale al 2009 (PSR 2009-2011) visto che la precedente Giunta Regionale ha soltanto preadottato, nel maggio 2019, il nuovo Piano che tuttavia non ha visto la luce a causa della chiusura anticipata della legislatura regionale.
Relativamente al Libro Bianco, partendo dalle criticità evidenziate, la Giunta ha voluto individuare le linee portanti del documento, identificando i grandi temi su cui sarà successivamente sviluppato il lavoro, con la definizione delle sei strategie fondamentali che lo dovranno ispirare:
1. Covid-19 la sfida;
2. Sanità a misura del cittadino;
3. Attenzione per il personale;
4. Assicurazione per il cittadino di accesso equo a servizi omogenei e di qualità su tutto il territorio regionale;
5. Semplificazione per un SSR più vicino alle esigenze del cittadino;
6. Integrazione quale nuova parola d’ordine per aderire ai bisogni del cittadino.
Il documento approvato non ha pretesa di voler individuare né le strutture né gli assetti organizzativi attraverso le quali tali strategie troveranno realizzazione, pertanto la ricostruzione descritta, risulta essere una mera intuizione personale.
Appare altresì errato il riferimento alla dotazione dei posti letto presenti in Umbria, infatti a differenza di quanto riportato nell’articolo, il parametro dei posti letto per acuti risulta essenzialmente conforme ai parametri stabiliti dal DM 70/2015, mentre i posti letto di riabilitazione sono al di sotto dei parametri di cui allo stesso decreto, come effettivamente riportato nel documento approvato dalla Giunta. Si evidenzia inoltre che la situazione della rete ospedaliera umbra, pur sostanzialmente conforme ai parametri di cui al DM 70/2015, presenta la necessità di “migliorare la distribuzione dei posti letto per acuti e definire la vocazione dei singoli ospedali per raggiungere i volumi minimi di attività, elemento di garanzia e di sicurezza delle cure”.
Eccessivo anche il termine “bocciate” riferito alle Aggregazione Funzionali Territoriali AFT, realtà esistente nel territorio regionale ma attuata “in modo disomogeneo” e non pienamente rispondenti alle funzioni per le quali sono state normativamente previste e costituite.