Respingono al mittente le critiche che si sono scatenate dopo il taglio di 44 pini in via Lungonera savoia, gli assessori Enrico Melasecche e Benedetta Salvati. Rispondono ai critici che “vogliono il sangue” in nome di una lotta politica che si fa “nella logica mors tua vita mea?”
Assicurano un record di verde in città come mai ci è stato e, infatti, verranno piantati molti più aberi di quelli che verranno tagliati.
IL COMUNICATO DEI DUE ASSESSORI DIFFUSO SUL SITO ISTITUZIONALE.
“Il programma Terni Verde 2018-2023 costituisce una forte novità per Terni e si basa su un mix coraggioso fra riqualificazione di viali e strade con un obiettivo articolato che farà di Terni, a cominciare dal prossimo autunno, una città realmente verde, con una serie di piantumazioni di cui nessuno ha memoria.
A quali specchi si arrampicano le critiche? Le motoseghe fanno lo stesso rumore di quelle di una volta! Le motoseghe sono motoseghe e non assomigliano ai violini, neanche ad essere sordi. Queste le nostre ragioni: .
1)- Che fine fanno le tonnellate di legno tagliato? Vengono portate a Green-ASM per triturarle finemente e farne compost, quello vero. Gli ecologisti saltano dalla gioia ma agli oppositori incalliti non basta.
2)- Garantiamo che verrà piantumato in città un numero di alberi di gran lunga superiore a quello che viene tagliato, studiati fra quelli che garantiscono un miglior paesaggio ma anche un maggiore abbattimento degli inquinanti. Assicuriamo un record assoluto nella storia della città. Cosa rispondono? Criticano per criticare perché non vedono i nuovi alberi. Ma come si fa a mettere a dimora i nuovi alberi se non togliamo i precedenti? Un ecologista intelligente direbbe che a rigore i nuovi alberi non si piantano in agosto perché, nonostante siano zollati, si tratta per la pianta comunque di uno stress per cui la percentuale di attecchimento potrebbe non essere al 100%.
3)- Rileviamo che la sicurezza dei cittadini è essenziale e che una perizia addirittura del 2015 certifica da parte del dirigente e del tecnico della Comunità Montana che ‘tutti quei pini vanno abbattuti perché altamente pericolosi’ sia per l’età ma sopratutto per le condizioni in cui si sono sviluppati. A fronte di queste parole c’è chi dice i pini durano anche 200 anni. Non tenendo conto che una cosa è un pino solitario che sviluppa la chioma in modo uniforme e le radici in modo esteso, come avviene anche nei nostri parchi, ben altra sono esemplari cresciuti fra i palazzi, addossati l’uno all’altro, con tronchi fuori baricentro protesi verso la carreggiata e verso il sole, con torsioni evidenti, soggetti a tutti gli agenti inquinanti, con le radici che fanno saltare il bitume tagliate più e più volte. Confronti impossibili.
4)- Dobbiamo attendere che al prossimo temporale passi una famigliola e rimanga schiacciata sotto i quintali di un pino? Vogliamo il sangue perché la lotta politica ormai è fatta nella logica mors tua vita mea? Anche perchè operazioni come quelle che si vedono altrove con i tiranti per prolungare la vita di un pino le realizzi se hai un bilancio florido e spese correnti a fiumi ma quando non hai neanche i soldi per otturate le buche cosa metti la gomma americana per tenerli in piedi?
5)- L’aspetto che corrode il fegato di chi vorrebbe una giunta balbettante, come una delle tante messe in campo dal precedente sindaco, è che questo programma è frutto di una idea di città che loro non hanno, quello della coralità e della partecipazione perché tutti sono chiamati a fare la loro parte, Fondazione Carit, associazioni, comitati di quartiere, imprese, famiglie, singoli cittadini, genitori e nonni che dedicheranno ai pargoletti un proprio personalissimo albero per una città in cui possano vivere meglio e prosperare. Un segno bellissimo di continuità della vita e di speranza.
6)- Altri dichiarano che era meglio tagliarne tre e lasciarne uno, poi due in piedi ed uno tagliato, riducendo un viale ad una sorta di percorso sdentato, protraendo l’agonia del viale di sette otto anni piuttosto che ringiovanire entrambi i filari con una armonia nella crescita completamente diversa, con una spesa diversa, con un paesaggio omogeneo e soprattutto senza giocare ai dadi con la vita delle persone.
Noi rispondiamo – concludono Melasecche e Salvati – con la politica del buongoverno, del risanamento dei bilanci, della garanzia della sicurezza dei cittadini. Ad altri il compito di alzare inutili polveroni. I cittadini giudicheranno fra cinque anni. Siamo sereni”.