La domanda è: come mai nel centrosinistra non si è riusciti a formare una coalizione in vista delle comunali ternane del giugno prossimo? Chi fosse stato presente ieri mattina alla presentazione dei candidati di “Potere al Popolo” avrebbe chiara la risposta davanti agli occhi.
Troppa la differenza tra la principale forza del centrosinistra, il Partito Democratico, e loro, un manipolo di giovani i quali vengono da esperienze nei partiti della sinistra e abituati a masticare di politica, nel senso più tecnico del termine e non solo per condannarla e rifiutarla.
Differenze, allora. Ad un Partito Democratico che pare – sotto alcuni aspetti – fermo al secolo scorso (vedi uno sviluppo economico accentrato in pratica esclusivamente sulla grande industria), che poco parla delle questioni ambientali, della città e delle sue rappresentanze, la risposta che viene da questa formazione politica appare più aperta verso il futuro, più aderente alla realtà cittadina e dei suoi problemi, più “informata”. Ed ecco allora che un tema come quello di una città più vivibile da astratto diventa concreto quando si propone una revisione del rapporto centro periferie, il recupero del patrimonio immobiliare che freni l’espandersi della periferia sottraendo terreno alla campagna (Potere al Popolo ha nel suo programma si occupa anche di agricoltura); quando si parla – come ha fatto il candidato sindaco Emiliano Camuzzi – di revisione dell’idea di città non costruita secondo schemi liberistici, col traffico adattato alle esigenze del business, come ad esempio quelle dei grandi centri commerciali. Una città che va intesa non soltanto come luogo in cui abitare, lavorare, consumare, spostarsi e divertirsi. La città è qualcosa di più: è “agglomerato” di persone che hanno bisogno di incontrarsi, di parlare di discutere. Non a caso Potere al Popolo propone una serie di organismi tematici che surroghino in parte le soppresse circoscrizioni che furono palestra di democrazia, di crescita politica, di confronto, e soprattutto di partecipazione dei cittadini. E sempre non a caso si parla di servizi sociali “internalizzati”, non più affidati a privati e rispondenti solo alla logica degli affari.
Un capitolo a parte per le due questioni principali, centrali, riguardanti due diritti fondamentali: il diritto alla salute e alla dignità del lavoro. Questioni che sono al centro della proposta politica del Potere al Popolo, quelle che quella formazione politica vorrebbe fossero seguite, e per cui chiedono il consenso in occasione di un’elezione comunale anticipata che porterà alla formazione di un’amministrazione comunale in “libertà controllata” per gli errori del passato.