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Decine di arresti, perquisizioni, notifiche e sequestri è il risultato di un’operazione, denominata ” Acciaio sporco ” condotta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, coordinati dalla Procura della Repubblica di Terni.
L’operazione riguarderebbe una presunta truffa milionaria ai danni dell’AST, Acciai Speciali Terni, ed ha visto il Corpo Forestale dello Sato, impegnati gli agenti di Terni, Roma, Bergamo, Milano, Ancona, Brescia, operare in varie regioni italiane: dall’Umbria al Lazio, alle Marche, alla Lombardia.
Questa mattina, alle ore 11, il procuratore, Alberto Liguori, ed il comandante dell’Umbria del Corpo Forestale, Guido Conti, spiegheranno i particolari dell’operazione in una conferenza stampa che si terrà nella sede del Comando provinciale.
Aggiornamento:
8 persone arrestate, 17 indagati, perquisizioni e sequestri a Terni, Bergamo, Fabriano e Brescia. È il bilancio dell’operazione denominata “Acciaio Sporco ” che ha portato, con il coinvolgimento di circa 100 agenti del Corpo Forestale appartenenti ai Comandi Provinciali di Terni, Perugia, Bergamo, Brescia, Milano, Ancona e Roma, alla scoperta di un’imponente truffa milionaria ai danni delle acciaierie della ThyssenKrupp di Terni. In manette sono finiti tre alti esponenti della società del fornitore , la METAL GROUP INOX, che ha sede nel Bergamasco e nel Bresciano, quattro dipendenti dell’AST e il responsabile della ditta di trasporto con sede in provincia di Ancona che conduceva il materiale all’acciaieria. I denunciati sono tre dipendenti della società del fornitore addetti al carico dei mezzi e altri sei dipendenti ed ex dipendenti della ThyssenKrupp che costituivano una rete di informatori di notizie sull’AST in merito a personale, procedure di controllo, dati delle campionature e delle ditte concorrenti, consentendo ai “capi” dell’organizzazione di pianificare ed attuare i loro traffici. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Acciai Speciali Terni, alla frode in commercio e corruzione tra privati.
Il personale della Forestale, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Terni, nel corso delle indagini relative all’operazione del 2015 aveva intrapreso un’ulteriore attività investigativa, durata circa un anno, che ha portato alla luce un’articolata organizzazione allestita da tre figure di spicco del principale fornitore di acciaio inox di qualità “304” (Nichel – Cromo) dell’AST le quali, attraverso una fitta rete di connivenze e complicità, sono riusciti ad attuare un’imponente truffa ai danni della Thyssen. In sostanza, tramite la complicità di personale addetto al collaudo delle consegne di acciaio, lautamente ricompensato, il fornitore riusciva ad aggirare i sistemi di controllo dell’Azienda e a “pilotare” a suo beneficio i camion destinati ad essere campionati dall’AST per la verifica della rispondenza del materiale. In questo modo ogni 7 camion di materiale pagato al prezzo di circa 1.200 euro a tonnellata, solo 2 rispondevano alle specifiche imposte dall’azienda, mentre i restanti 5 camion venivano caricati con materiale di scarsa qualità e non rispondente ai requisiti imposti per quella tipologia di acciaio inox (in particolare per il contenuto in percentuale di nichel e cromo), che finiva per mescolarsi in maniera indistinguibile con le migliaia e migliaia di tonnellate di acciaio inox “304” consegnate dai vari fornitori AST. L’Azienda – hanno spiegato i Finanzieri – era doppiamente penalizzata, non solo per la consegna di materiale fasullo ma anche perché, producendo sempre e comunque acciaio di qualità con requisiti merceologici irrinunciabili, finiva per sostenere ulteriori costi per la necessità di aggiungere metalli nobili mancanti a causa delle forniture fraudolente. L’artifizio accertato consisteva nel far arrivare in campionatura sempre e solo i camion “buoni”, consentendo così ai camion di pessima qualità, spesso con percentuali di nichel pari alla metà di quelle stabilite, di sfuggire ad ogni verifica qualitativa. Il sistema messo a punto portava a grossi guadagni illeciti tuttora in via di quantificazione. Fondamentale per la riuscita della truffa era l’opera dei dipendenti infedeli che, anziché avviare alla campionatura i camion prescelti in automatico dal sistema per il controllo della qualità del materiale, selezionavano solo i camion che l’organizzazione indicava loro, ricevendo in cambio mazzette quantificate in circa sei mila euro mensili. Per ogni camion “truccato” l’organizzazione pagava 80 euro ad ogni singola persona addetta al controllo; se si tiene conto che mediamente il sistema consentiva il passaggio di circa 70 – 80 camion di serie “B” al mese, con un esborso – solo per le mazzette da dare agli addetti al collaudo dell’AST – di circa 30 mila euro al mese, si può avere un’idea di quanto fosse redditizia la truffa operata. Le operazioni sono tuttora in corso.
Sintetico il commento di AST
Oggi le autorità italiane hanno ispezionato gli stabilimenti AST di thyssenkrupp a Terni e hanno preso in custodia quattro dipendenti. Le misure adottate sono correlate ai presunti singoli reati a danno della AST. È nell’interesse dell’azienda chiarire tutte le circostanze relative a questa vicenda e sosterremo le ulteriori indagini che la magistratura e le forze di polizia riterranno utili. Ringraziamo la Procura della Repubblica di Terni, il Corpo Forestale dello Stato e il Nucleo investigativo di Polizia Ambientale e Forestale per il loro prezioso lavoro.
Per noi, il rispetto delle regole, significa molto più che il rispetto della legge. È un segno distintivo , un pensiero che ci appartiene e che coinvolge quotidianamente tutti i dipendenti di thyssenKrupp.
I NOMI DELLE PERSONE FINITE AGLI ARRESTI DOMICILIARI
Daniele Inches , Alessandro Luzzi, Leonardo Manni, Andrea Papa Italiani , Alessio Petrollini, tutti di Terni.
Marco Cattaneo, Giancarlo Ongis, Stefano Arnoldi , tutti e tre lombardi.