Arriva con un po’ di ritardo a Terni direttamente dall’assemblea nazionale del partito, Elly Schlein che, insieme a Gianni Cuperlo, contende la segreteria del Partito Democratico al favoritissimo Stefano Bonaccini. La sala dell’orologio del Caos è gremita e la cosa “sorprende” positivamente chi la appoggia (accanto a lei c’è l’euro-deputata Camilla Laureti) e lei stessa. La Schlein non parla del partito, delle beghe che hanno contraddistinto questa lunga campagna pre-congressuale, del dibattito sul cambio del nome, del probabile rientro di Articolo1, parla di programmi di quello che vorrebbe fare o farebbe se fosse al governo in materia di lavoro precario e lavoro povero, di salario minimo, di sanità, delle disuguaglianze, dell’emergenza climatica, della tutela dell’ambiente, dell’immigrazione e dell’emigrazione, dei diritti civili. Tutti temi che piacciono alla platea e che raccolgono applausi. Non parla di impresa , non parla di partite Iva, a differenza di quanto aveva fatto Bonaccini, sempre a Terni, qualche giorno fa. Dell’assemblea romana dice: “abbiamo approvato il manifesto per il nuovo Pd che finalmente parla la lingua giusta ed è stato un momento importante per assumere consapevolezza che dopo una sconfitta dura è tempo di rimetterci all’ascolto della comunità, non solo della comunità democratica ma soprattutto di chi in questi anni non si è più riconosciuto in questa proposta, di chi si è allontanato, di chi è stato deluso”. La Schlein ha poi detto che vorrebbe un Pd “che si mette al passo degli ultimi, di chi fa più fatica, cioè vorrei che noi il Pd lo portassimo a casa, un grande partito popolare che si mobilita per l’emancipazione delle persone che hanno bisogno, un grande partito che non può essere di sinistra senza essere anche ecologista e femminista”. Infine la candidata segretaria ha detto “abbiamo bisogno di un nuovo gruppo dirigente , per un fatto di credibilità ma siccome non sono stata mai una rottamatrice , abbiamo bisogno della freschezza, di una visione nuova accanto anche all’esperienza di chi ne ha viste tante, le due cose devono stare insieme”. Renzi è un lontanissimo ricordo.
LA PARTE CONCLUSIVA DELL’INTERVENTO DI ELLY SCHLEIN