“Abbiamo dato prontamente avvio ai lavori di redazione del nuovo piano sociosanitario 2025-2030, che implicherà innanzitutto una mappatura e una revisione dell’organizzazione della rete ospedaliera e delle strutture in convenzione. Nella fase attuale è in corso la determinazione del numero dei posti letto per la riorganizzazione della rete ospedaliera da integrare con la rete territoriale dei servizi. Dopo si saprà quanti posti letto privati saranno da accreditare e convenzionare con costi a carico del Servizio sanitario regionale, in un’ottica di equità e a partire dal fabbisogno dei territori. La priorità di questa amministrazione sarà la tutela del diritto alla salute, in piena attuazione dell’articolo 32 della Costituzione. Riconosciamo alla sanità privata un ruolo importante che dovrà comunque essere sempre sussidiario e complementare, non certo concorrenziale rispetto a quello pubblico”.
Lo ha detto la presidente della giunta regionale Stefania Proietti rispondendo a una interrogazione del consigliere Fabrizio Ricci.
Ricci (Avs) chiedeva di sapere quali fossero “gli intendimenti della Giunta regionale in merito alla riserva di posti letto ospedalieri privati nella provincia di Terni e come intenda dare corso ad un possibile rientro di tale previsione nella disponibilità del sistema sanitario pubblico, per il fabbisogno del territorio umbro”.
Il consigliere Ricci ha richiamato la delibera della giunta Tesei nr.1399 del 2023.
Con questa delibera – ha aggiunto la presidente Proietti “è stato disposto un primo allineamento alla pianificazione prevista fin dal 2016, con la previsione di 80 posti letto per operatori privati nella Provincia di Terni. A questi dovevano aggiungersi altri 42 posti letto privati non convenzionati. La delibera si limitava ad indicare in astratto i numeri di posti letto ma non contemplava alcuna procedura di realizzazione di strutture sanitarie, perciò è tutt’altro che scontato che i posti letto accreditabili con il precedente atto di giunta possano essere attribuibili a questa o quell’altra struttura privata.
Inoltre la scelta operata è stata effettuata senza una riduzione del numero degli attuali convenzionamenti con i privati della provincia di Perugia e questo rischia di determinare uno spostamento di risorse dalla sanità pubblica a quella privata”.