Terni perderà anche la diocesi, che andrà ad Orvieto. Ve ne sono troppe in Italia, una cifra anacronistica: 226 e dovranno diventare 115, così come la intende il Papa Francesco. Non è che il Pontefice si sia svegliato una mattina, mettendo giù in un foglio un numero a caso. Si è guardato intorno ed ha visto che in Germania sono solo 47, negli Stati Uniti 197, in Spagna 70. E l’operazione accorpamento è già iniziata, soprattutto nel Lazio: in un lustro, in cinque anni, il percorso dovrà essere completato. C’è chi obietta che in Italia le diocesi sono figlie dirette della storia ma la mancanza dei sacerdoti sta facendo accelerare la riforma. Dice: ”Cosa interessa a Terni tutto questo?”. Interessa eccome! Per questo territorio è prevista l’accorpamento di Terni, Narni con Todi e Orvieto in quella che si chiamerà Diocesi della Bassa Umbria. E sin qui nessun problema. Ma l’aspetto travolgente, per i ternani, è che per la scelta della basilica diocesana non vi sarebbe gara: quella di Orvieto vincerebbe su tutte le altre, a mani basse. Certo, Terni e Todi avranno le loro chiese principali insignite del titolo di “basiliche” sussidiarie ma non sarà la stesa cosa perché il vescovo se ne andrà direttamente nel vescovado di Orvieto, con buona pace di tutti. Forse il paragone non è calzante ma Terni, dopo la direzione della Asl, Banca d’Italia e tante altre cose, si appresta a perdere un altro centro decisionale, particolare quanto si vuole, ma pur sempre un caposaldo della presa sul territorio, che durava da secoli. E tutto questo dà l’idea che non basteranno le preghiere dei fedeli: la storia è già scritta nella bellissima, incredibilmente bella, chiesa del Duomo di Orvieto e del suo Corporale, miracolo fondamentale della storia della chiesa universale. Lì risiederà, naturalmente il vescovo, che avrà poteri anche su Terni. Quando vi sarà l’accorpamento? Il Papa consiglia che si proceda nel momento del pensionamento di un vescovo. E Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni sta proprio per lasciare per limiti d’età…