Il Partito Democratico ternano annuncia il congresso. Gli iscritti saranno chiamati alle assemblee e alle successive votazioni in giorni diversi tra il 18 ed il 28 ottobre presso i circoli. Al voto gli iscritti del 2019: 656 nel comune di Terni; 1817 in tutta la provincia. Voteranno per eleggere il segretario comunale e quello provinciale. In entrambi i casi si è trovata l’unità e quindi Pierluigi Spinelli, candidato al Comunale, e Fabrizio Bellini al Provinciale.
E quindi ci provano, quelli del Pd, a ripartire, a mettere fine ad una serie di commissariamenti dal regionale al provinciale e comunale di Terni.
L’impegno a ripartire a Terni è nato da un guardarsi negli occhi tra quelli che vengono impropriamente definiti “giovani” del Pd, dove in verità solo il 10% degli iscritti vanta una data di nascita successiva al 1980. In effetti si tratta di una squadra di quarantenni, che hanno iniziato giovani – allora anche anagraficamente – a militare nel Pd ma che poi si sono trovati messi in un cantuccio. Loro, le loro potenzialità, la voglia di impegnarsi, le competenze: tutto lasciato inutilizzato perché gente così non è mai funzionale alle esigenze delle cordate e dei capibastone che per troppo tempo hanno caratterizzato il Pd umbro e ternano.
Immutata la passione politica, immutate le idee tocca a loro metterci una pezza. Ed eccoli ora a tentare un’operazione che sarà complessa e faticosa e richiederà impegno etico oltre che fisico e teorico. Oltre a un bel coraggio, specie a Terni dove c’è da ripartire dall’inizio. Lo si fa rivolgendosi, per avere una legittimazione, a 656 iscritti in un territorio comunale che fu definito una “roccaforte rossa”.
Desolante la grande sala riunioni di via Mazzini, sede del Pd comunale e provinciale, quasi vuota rispetto ai tempi del “vento in poppa”. Anche se un lato positivo c’è: non è necessario cercare spazi adatti per mantenere le distanze di sicurezza in epoca di pandemia Covid.
Per ora l’obiettivo è ricostruire, nella coscienza che ci vorrà per l’appunto tempo, capacità di adeguarsi ad una geografia politica che è cambiata radicalmente dai tempi delle riunioni affollate; così come sono mutati la società, un mondo, una prassi politica che in passato trovava la propria linfa ideale nel colloquio con gli iscritti e con i cittadini e che ora spesso si esaurisce in un post sui social.
Primo passo sarà proprio – lo assicurano sia Spinelli che Bellini – riprendere il colloquio con la gente, essere presenti, “sulla piazza”, per stimolare il confronto, la discussione, per conoscere i problemi reali e cercare suggerimenti e stimoli per affrontarli. In affiancamento, ovviamente, con le opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione, ma usandoli “cum grano salis” e per gli aspetti che possono velocizzare la presa di contatto.
I congressi che si terranno nei circoli saranno rapidi, vista la quantità di iscritti (i 656 di Terni sono divisi in tredici circoli; i 1.817 della provincia in 53) ma – si fa notare dal Pd – si è fatto ricorso ad un regolamento che sgombra il campo da eventuali “perturbazioni” che si sono invece registrate con il ricorso alle primarie, consultazioni aperte come noto anche ai non iscritti. La scelta di rivolgersi a chi c’era nel 2019 risponde alla stesa logica: evitare i tesseramenti dell’ultim’ora, i “pacchi” di tessere e quindi le possibilità di orientare il voto senza troppi problemi.
Ciò non significa che nuovi tesseramenti saranno sollecitati. Ma con l’attenzione rivolta a chi manifesta la volontà di darsi da fare, per cambiare le cose in senso progressista, democratico, aperto. Per dare un contributo alla crescita di tutta la comunità e non di una corrente interna. E magari dire anche qualcosa di sinistra.