Arrivato nella stanza del carcere di Lecce per l’interrogatorio “ricordo la disposizione dei presenti: c’era una signora al centro che era il pm, alla sua destra il tenente dei carabinieri di San Vito dei Normanni, l’avvocato d’ufficio e altre persone di cui non ricordo bene.
Ero seduto davanti al pm e tenevo sotto controllo il tenente per capire se mi trovavo ad una distanza sufficiente per poter agire contro il pm tagliandogli la giugulare senza essere bloccato”.
È questo il il racconto shock dell’aspirante finto ‘pentito’ Pancrazio Carrino, di 42 anni, che in sei pagine di verbale raccolte nel carcere di Terni dalla Procura ternana ha confessato di aver escogitato un piano per uccidere durante l’interrogatorio del 31 luglio 2023 la pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce Carmen Ruggiero, che lo aveva fatto arrestare pochi giorni prima. Il piano fallì perché il tenente dei carabinieri si insospettì e tolse, all’uscita dal bagno, l’arma che Carrino nascondeva negli slip. Dall’estate la pm Ruggiero è sotto tutela insieme alla gip Francesca Mariano che firmò i 22 provvedimenti restrittivi a carico del clan Lamendola-Cantanna. Alla giudice Mariano nei giorni scorsi è stata assegnata una scorta con auto blindata dopo che le è stata lasciata sotto casa una testa di capretto con un coltello conficcato.
“La mia vera intenzione – ribadisce Carrino il 23 ottobre 2023 – era di tagliare la gola al pubblico ministero che si sarebbe presentato” per dare “seguito alla mia richiesta di collaborazione”. “Se fossi stato lucido quel giorno, come lo sono adesso, Carmen Ruggiero sarebbe già storia”.
Passano quasi tre mesi e cambiano le intenzioni del falso pentito che confida al PM ternano che lo interroga, Raffaele Pesiri, “quindi, ho rinunciato a colpire con il coltello il prossimo magistrato che saresti stato tu”.