E’ costata 9.500 euro l’apertura di un messaggio sul cellulare che sembrava provenire dalla propria banca. E’ accaduto ad un orvietano che è stato vittima dell’ennesima truffa on line, anche se questa volta la metodologia utilizzata dall’autore del reato è stata diversa dal solito.
Il titolare del conto corrente, infatti, ha ricevuto sul proprio cellulare un messaggio che sembrava provenire dalla propria banca che riportava la dicitura: “attenzione. Un dispositivo non riconosciuto risulta collegato al suo conto on line. Se disconosce tale accesso segua la procedura al link…”.
L’uomo ha verificato il proprio conto e quando ha visto che non c’era nulla di anomalo, ha cliccato il link. A quel punto gli è apparso sul cellulare una schermata con la quale veniva informato che il suo conto era temporaneamente bloccato e che se non avesse fornito alcuni dati sarebbe stato sospeso definitivamente.
Allora ha compilato i campi che gli venivano richiesti inserendo username e password del conto nonché il numero di cellulare. Il giorno successivo ha ricevuto una telefonata di un soggetto che si è presentato come appartenente all’ufficio antifrodi del suo istituto bancario e ha spiegato che il suo conto aveva subito dei tentativi di phishing.
Nel corso della conversazione telefonica, al fine di implementare il sistema di sicurezza, il presunto addetto al sistema antifrode della banca si è fatto dare il codice per accedere al conto; poi il titolare del conto è stato messo in attesa. Poco dopo, la comunicazione telefonica è stata interrotta. Preoccupato, è entrato sul sito del conto on line ed ha riscontrato la presenza di un addebito di 9.500 euro.
A quel punto l’uomo si è rivolto al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto, ha spiegato agli agenti quanto accaduto ed ha sporto denuncia.
Sono immediatamente scattate le indagini nel corso delle quali gli investigatori dell’Ufficio Controllo del Territorio hanno svolto degli accertamenti e coinvolgendo anche altre articolazioni della Polizia di Stato, sono riusciti a raccogliere una serie di elementi che hanno portato all’identificazione ed alla denuncia del presunto autore della truffa che è stato pertanto deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, che coordina le indagini.