“Questa mattina ho depositato una interrogazione al Sindaco e all’Assessore competente per conoscere se l’attuale Amministrazione comunale è sensibile ed intende impegnarsi per il ritorno nella nostra città dei nostri tanti beni culturali e i reperti archeologici conservati o esposti in vari musei lontano da Terni.”
L’interrogazione al sindaco l’ha presentata Michele Rossi, consigliere comunale di Terni Civica che, dunque, sollecita l’amministrazione a farsi valere nei confronti dell soprintendenza regionale e della direzione dei musei.
“Bisognerebbe impegnarsi di conseguenza attraverso un confronto determinato con chi di dovere (Soprintendenza, Ministero e direzione dei Musei) per “riportare a casa” quanto di nostro ad oggi arricchisce altre collezioni museali – scrive Rossi.
Tutto questo a partire dalla statua del “Telamone” ancor oggi esposta a Perugia e dagli antichi reperti umbri rinvenuti nelle due grandi necropoli di San Pietro in Campo e dell’acciaieria ed oggi esposti nel Museo di Villa Giulia in Roma.”
TELAMONE
“Tutti ricorderanno la vicenda della statua del “Telamone” (la versione maschile della Cariatide).
Una grande statua, circa due metri di altezza,che fu rivenuta nel 1971 durante dei lavori di scavo nei pressi di ponte Romano. La statua secondo alcune ipotesi proveniva da Villa Adriana di Tivoli e fu trasportata via fiume nel sesto secolo a Terni per realizzare porta romana.
Di pregevole fattura dopo aver trascorso più di 40 anni negli scantinati prima del museo archeologico di Spoleto, poi di Perugia fu restaurata e collocata, nel 2013 , all’interno del chiostro di San Domenico di Perugia, a pochi metri dall’ingresso al Museo Archeologico Nazionale. Ed ancora è li esposta.
Deluse molto la posizione dell’allora Amministrazione Comunale – aggiunge il consigliere Rossi – che poco fece contro la scelta di esporre la statua nel museo a Perugia e per il suo ritorno a Terni, nonostante la città si mobilitò anche attraverso una petizione popolare.
Da allora nulla fu tentato.
Tutto ciò a differenza di altre realtà comunali che anche in questi anni, grazie ad aspre battaglie civiche e politiche, sono riuscite concretamente a difendere il proprio patrimonio ed ottenere che questo rimasse o venisse esposto nel locale museo (vedi il “Germanico” di Amelia). Altre realtà si sono attivate da tempo per la stessa finalità (vedi “Biga Etrusca” di Monteleone di Spoleto conservata al Metropolitan Museum di New York).
La nostra città in tutti questi anni in generale non ha mostrato troppa cura per le proprie testimonianze storico-archeologiche, è per questo che ritengo necessario agire con determinazione nell’avviare azioni atte al recupero del nostro “tesoro archeologico,artistico e culturale” che ancora ad oggi si trova altrove.
La vicenda della statua del “Telamone” non è la sola ma se vogliamo diventa simbolica rispetto alla situazione che vede spesso il nostro patrimonio culturale esposto o conservato altrove quando molti reperti potrebbero arricchire le nostre collezioni museali.
E’ facile in questo senso ricordare anche agli antichi reperti umbri rinvenuti nelle due grandi necropoli di San Pietro in Campo e dell’acciaieria ed oggi esposti nel Museo di Villa Giulia in Roma.
Mi aspetto molto – conclude l’esponente della maggioranza – da questa nuova amministrazione che già nei suoi primi interventi, pur con le tante difficoltà economiche esistenti, dimostra di avere maggiore attenzione verso la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e quindi anche nella richiesta di restituzione dei nostri beni lontani.”