Di Chiara Furiani
Ce l’avevamo anche noi un gran bel festival, e ce lo siamo lasciati sfuggire di mano.
Per gli orfani e i nostalgici di Esterni, altrimenti detto Terni Festival, a un passo dalla conca per fortuna c’è Roma, e lì si che le occasioni non mancano.
Ma soprattutto gli amanti dell’avanguardia – dal teatro, alla musica, passando per la danza – hanno pane per i propri denti tra settembre e dicembre.
Perché c’è il Roma Europa Festival, una manifestazione che ha una storia lunga e densa e già dal 1986 ha traghettato nella capitale alcuni tra i nomi più interessanti della scena contemporanea italiana ed internazionale.
Ci si perde nell’infinita lista di nomi illustri che negli anni hanno illuminato i palcoscenici di Roma in occasione di questa imperdibile manifestazione: praticamente tutti quelli che hanno segnato la storia e il rinnovamento del mondo dello spettacolo negli ultimi 40 anni.
Ci limiteremo quindi a commentare alcuni momenti dell’edizione 2024, quella attualmente in corso, ricca di tantissimi appuntamenti.
Una partenza in quarta a settembre, con la Brussels Philarmonic che nella cavea dell’Auditorium ha eseguito il corpus di musica per film del mai sufficientemente compianto maestro giapponese Ryuichi Sakamoto, già ospite in prima persona del festival qualche anno fa.
E poi, per la danza, e sempre all’Auditorium, il Ballet du Grand Théâtre de Genève ha presentato la nuova creazione del coreografo Rachid Ouramdane, “Outsider”.
Spettacolo davvero speciale, unico, con ventuno danzatrici e danzatori e quattro funamboli (tra cui Nathan Paulin, celebre per alcune spericolate imprese, tra cui l’attraversamento della Senna in equilibrio a 70 metri d’altezza su un cavo teso fra la Torre Eiffel e il Théatre Chaillot).
Una performance poetica, ritmata dalla scrittura tipicamente minimalista del newyorkese Julius Eastman, una full immersion ipnotica che interroga sul concetto di pesantezza e leggerezza, che invita ad abbandonare la fissità, a lasciarsi andare al movimento, al cambiamento, al rischio, al superamento del limite, con una coesistenza tra arte coreutica e funambolica di grande impatto, straniante inizialmente, ma poi di grande suggestione.
Altrettanto impressionante “Voice Noise” del coreografo belga Jan Martens, andato in scena al Teatro Argentina.
Il dialogo qui è con la voce femminile.
Sussurri e grida, intense ma in gran parte misconosciute interpretazioni di cantanti o cori di epoche varie, emblema di quella presenza-assenza, di quel forzato “ammutolimento” che troppo spesso ha segnato – e ancora segna, e ferisce – la capacità stessa per il genere femminile di averla una voce.
Martens, un habituè del Roma Europa, ha colpito nel segno per l’ennesima volta, e il suo ensemble di danzatori davvero variegato, dalle forme fisiche più diverse – dall’estremamente alto, all’estremamente basso – urla attraverso il movimento e i corpi, che interagiscono coi vari cantati, l’urgenza che quelle voci vengano, finalmente, ascoltate, e riconosciute.
Roma Europa è anche musica.
Graditissimo il ritorno di una band di culto, i mitici Einstürzende Neubauten, già all’Auditorium una decina di anni fa.
In quell’occasione il frontman Blixa Bargeld fece una rovinosa caduta dal palco, doverosa quindi la precisazione – con conseguente risata e applausi da parte del pubblico – che la cosa non si sarebbe ripetuta anche stavolta.
Tutto è filato liscio infatti, e l’ensemble berlinese ha sciorinato i brani del nuovo album “Rampen – apm: alien pop music”, naturalmente accanto ai successi di una vita.
Pubblico di aficionados in delirio, auditorium pieno e per l’ennesima volta felice di constatare che questa band emblematica della scena industrial non invecchia mai, che non accusa minimamente il passare degli anni, così come la voce dell’inossidabile Blixa Bargeld continua a colpire nel segno nonostante il tempo che passa, sempre intensa, unica, stentorea nei brani in tedesco e col suo inconfondibile ma irresistibile accento teutonico nei brani in inglese.
Tra il pubblico anche il compositore italiano Teho Teardo, che con Bargeld ha in piedi un progetto in duo, a breve in tour in Italia, con una data anche a Perugia il 21 novembre.
Roma Europa Festival non finisce qui, si va avanti fino a novembre inoltrato e sono tantissimi ancora gli spettacoli imperdibili, tra teatro, danza e musica.
C’è semplicemente l’imbarazzo della scelta, ma giusto per ricordare una delle perle del cartellone di quest’anno, vale senza dubbio la pena di segnarsi il concerto del danese Trentemøller il 9 novembre.