“Sul piano personale io sono assolutamente sicuro della irreprensibilità morale del nostro sindaco Di Girolamo. Detto questo si possono compiere anche degli errori ma sottolineo il livello della irreprensibilità morale che è documentata dalla vita di questa persona, questo è il punto fondamentale. Dopodiché è dovere della Procura , difronte a notizie che ritiene di inquisire, di fare il suo lavoro. Però della irreprensibilità morale del nostro sindaco, io non alcun dubbio”.
Lo afferma con forza in questa intervista il presidente di ACTL, Sandro Corsi. Per Corsi, dopo 48 ore , è stata revocata l’interdittiva che gli impediva di svolgere la sua attività nella ACTL. Infatti, lo abbiamo incontrato nella sede della Cooperativa, alla sua scrivania.
“Che mi aspettavo, no; che mi auguravo, certamente sì – ha detto Corsi in riferimento alla decisione del GIP di revocare l’interdittiva – quello che mi aspettavo era poter chiarire, come nella natura dell’interrogatorio di garanzia, elementi di cui non erano a conoscenza i miei interlocutori dei quali ho apprezzato l’onestà intellettuale”.
Sandro Corsi è assistito dallo studio per professor Guido Calvi, avvocato di fama internazionale.
Al riguardo il Presidente di ACTL ha sottolineato:”ho avvertito la necessità di una difesa di assoluto profilo e altezza nazionale e internazionale. E’ una figura che ha creduto nella nostra necessità di difesa”.
Sulla polemica politica che si è sviluppata, anche a livello nazionale, Corsi ha affermato che ” ringraziando Dio, non siamo uno Stato di polizia; politicamente vedere questo assatanarsi per alcuni versi sanguinolento, contro alcune persone che cercano di dare il loro meglio nell’amministrazione in assoluta onestà, amareggia. Se il Movimento 5 Stelle, il Centro destra, possono ambire , legittimamente , alla guida della città, possono farlo con argomenti e proposte di governo non con questi metodi, pensando che una persona che è indagata, è colpevole, questo non lo dice la costituzione e il codice secondo grillo, per fortuna, non è ancora patrimonio di questa Repubblica, né tanto meno di questa comunità”.