Sergio Leone e il western all’italiana, un genere che come in una proverbiale rissa da saloon, avrebbe cambiato per sempre i connotati del western così come le platee di tutto il mondo e di differenti generazioni avevano imparato a riconoscerli.
Non c’è posto nel West di questo immenso autore per gli eroi saggi e buoni, per i generosi tutori della legge e dell’ordine che agiscono con coraggio guidati da un alto senso di responsabilità, giustizia e dovere cui l’epopea western statunitense ci ha abituati per lungo tempo. C’è posto solo per scaltri pistoleri, in apparenza privi di codici morali, antieroi mossi da interesse invece che da motivazioni idealistiche.
La rivoluzione operata da Leone non si limita a sconvolgere i canoni narrativi ma si estende anche alle tecniche di ripresa e di regia. Le sequenze e i ritmi delle scene sono dilatate per scandire non solo il tempo ma anche lo spazio, mettendo in risalto dettagli di incredibile tensione drammatica: fondine, pistole, pollici che accarezzano grilletti e soprattutto strettissimi primi piani sui protagonisti, i cui occhi sono in grado da soli di trasmettere allo spettatore lo stato d’animo che questi sta vivendo. La conseguenza è la drastica riduzione dei dialoghi e la presenza di continui momenti di silenzio ad alto voltaggio, dove solo il rumore di uno stivale, una raffica improvvisa di colpi o il vento che lambisce le insegne della cittadina di turno, hanno la facoltà di spezzarne la gravità presagendo la possibilità di una imminente sparatoria.
Infine, l’ingrediente speciale, quello che rende davvero unico il lavoro di Sergio Leone, che sciocca tutti e che nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare in un vero film western: l’ironia.
Per rievocare i tratti distintivi e le innovazioni stilistiche del western firmato Leone, per rivedere e analizzare le sequenze cult, vi diamo appuntamento martedì 20 gennaio alle ore 20:45 al Centro RelAzion’Arti in via Curio Dentato 25/m a Terni.
Ingresso: 6 euro (comprensivi di tessera Sentieri del Cinema e sottoscrizione).