“Nonostante gli esiti del referendum del 4 dicembre la situazione delle Province è sempre più difficile. Sono a rischio servizi e anche stipendi, in alcuni enti provinciali i lavoratori non percepiscono da tempo la retribuzione”. Sindacati e RSU si sono riuniti,ieri mattina, nella sala consiliare di Palazzo Bazzani per fare il punto della situazione e prepararsi allo sciopero nazionale del 6 ottobre prossimo.
“Occorre difendere – è stato detto durante l’assemblea – non solo l’esistenza e la dignità istituzionale del nostro ente ma ancor prima la correttezza, la professionalità, l’abnegazione dei suoi dipendenti ed il loro livello salariale, compromesso da otto anni di mancato rinnovo contrattuale e dai limiti imposti al fondo per la contrattazione decentrata, con la conseguente impossibilità di garantire attraverso di esso il necessario riconoscimento economico delle professionalità dei dipendenti provinciali.
Le Province italiane compresa la nostra – sostengono sindacati ed rsu – si trovano di nuovo in una fase di grande difficoltà, che deriva in primo luogo dalla confusione generatasi dopo il risultato del referendum. Le Province italiane – hanno sottolineato i rappresentanti dei lavoratori – non soltanto sono rimaste in vita ed in Costituzione, nonostante normative già emanate che ne avevano invece decretato la fine, ma continuano ad avere competenza per l’erogazione di importanti servizi a favore delle proprie popolazioni come viabilità, ambiente, edilizia scolastica, polizia provinciale, per la cui gestione si trovano tuttavia a dover fare quotidianamente i conti con risorse finanziarie sempre più limitate e largamente insufficienti”.
Nel corso della riunione si è anche discusso del fondo per il salario accessorio, del rinnovo del contratto di lavoro e della situazione dei Centri per l’impiego.