“Abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà alla chiusura del Posto di tele-conduzione e incassiamo da parte delle istituzioni presenti l’impegno di coinvolgere anche i Ministeri dell’Ambiente, della Sicurezza Energetica e delle Infrastrutture per fare una ricognizione accurata, insieme alla Regione Umbria, della sicurezza idraulica garantita dalla presenza dell’attuale Pt di Terni”.
Questo quanto dichiarato dai segretari generali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec dell’Umbria, Stefano Ribelli, Ciro Di Noia e Doriana Gramaccioni, che lunedì 30 giugno, unitamente alla Rsu aziendale di Enel Hydro, hanno partecipato al tavolo di confronto richiesto dalla Regione, in Prefettura, a Terni, in seguito alla vertenza territoriale promossa dalle organizzazioni sindacali per scongiurare la chiusura del Posto di Teleconduzione dell’impianto idroelettrico della città.
“Regione Umbria, Provincia e Comune di Terni ci sostengono – commentano le organizzazioni sindacali – in questa complessa e articolata vertenza locale. È inoltre emblematico il fatto che il rappresentante della Protezione civile abbia avvalorato l’importante lavoro svolto dagli addetti del Posto di tele-conduzione. Infatti nei momenti di gestione delle emergenze solo gli operatori del Pt di Terni possono avere la competenza, l’esperienza e la professionalità che permettano di intervenire tempestivamente sugli impianti idroelettrici. Inoltre, i lavoratori del Pt svolgono un ruolo di interfaccia determinante con la Protezione civile per una corretta interlocuzione volta a scongiurare un eventuale rischio idraulico del territorio, come realmente accaduto a gennaio del 2021 quando l’impianto era gestito dalla società Erg”.
“Ribadiamo l’esigenza di aprire subito un tavolo istituzionale autorevole, come già richiesto dall’Assemblea legislativa, dalla presidente della Regione Umbria, dagli assessori regionali competenti Thomas De Luca e Francesco De Rebotti, per sospendere da subito le operazioni di dismissione del posto di Tele-conduzione di Terni. Il Prefetto ha chiesto nel frattempo a Enel di rivalutare la questione della sicurezza ambientale e idraulica del territorio ove sono insediati gli impianti idroelettrici”.
“Riteniamo fondamentale – aggiungono i sindacati – il confronto inter/istituzionale promosso dalla Regione con tutti i soggetti preposti alla gestione della sicurezza del territorio e con le istituzioni territoriali, un aspetto che è sempre stato al centro delle nostre rimostranze in questa e in altre vertenze in cui è coinvolta Enel. Bisogna riportare sui tavoli territoriali l’interlocuzione con i sindacati di categoria (provinciali e regionali), soprattutto quando scelte come questa hanno ricadute e impatti diretti sul territorio. Chiediamo con forza di congelare la chiusura del Pt, scelta scellerata e inopportuna da parte di Enel”.