Sembra segnata la sorte della Camera di Commercio di Terni dopo che nella notte tra venerdì e sabato scorsi, durante la riunione della commissione Bilancio del Senato, il governo ha trasformato in un semplice ordine del giorno l’emendamento che sospendeva l’accorpamento delle Camere di Commercio. Ad oggi 44 Enti Camerali hanno già portato a termine la riforma, mentre 38 devono ancora farlo. Fra queste la Camera di Commercio di Terni che dovrebbe fondersi con quella di Perugia. Il termine ultimo per completare la procedura di accorpamento fra le due Camere di Commercio dell’Umbria è stato fissato al 30 novembre.
Dalla fusione di queste ultime 38 Camere di Commercio dovranno scaturire 16 nuove Camere di Commercio, che sommate alla 44 già di nuovo conio, permetterà di raggiungere il numero di 60, previsto dalla Legge Madia.
Tutte le altre Camere di Commercio (compresa quella di Terni) non spariranno, ma rimarranno come sedi secondarie per garantire un presidio sul territorio.
Secondo l’onorevole Raffaele Nevi (FI) “in commissione Bilancio del Senato è stata definitivamente persa l’ennesima occasione per salvare la Camera di commercio di #Terni – ha commentato sul suo profilo facebook. Altro grande successo del nostro #PD e del nostro #M5S “.
Molto critici anche i parlamentari umbri della Lega: “Come Lega abbiamo provato a salvare l’ente camerale ternano facendoci portavoce delle esigenze del territorio presso il Ministero dello sviluppo economico e tentando una mediazione con altre forze politiche. Il blitz è avvenuto nel corso della notte tra venerdì e sabato, quando la maggioranza giallo-rossa ha trasformato l’emendamento che sospendeva la procedura di accorpamento degli enti camerali, prevista dalla legge Madia, in un ordine del giorno che avrà soltanto una mera funzione di indirizzo e che impegna il Governo a convocare un tavolo con le regioni per stabilire modalità e criteri delle “fusioni” previste. Siamo allibiti da questa scelta che pare più un goffo tentativo di ripulirsi la coscienza e che va in netta controtendenza rispetto a quella che ci era sembrata una volontà bipartisan di sospendere il decreto legge. Evidentemente ci sbagliavamo.
Restiamo sorpresi, ma non più di tanto, del comportamento dei parlamentari umbri di PD e 5 Stelle, piombati in un imbarazzante silenzio che ne evidenzia la totale incapacità nel trasformare le parole in fatti concreti. Infine, prendiamo atto di come esponenti politici regionali e comunali dei partiti di maggioranza al governo nazionale, siano rimasti inerti rispetto a questa vicenda che interessa piccole e medie imprese, aziende e realtà del tessuto economico locale. Perché non hanno cercato un confronto con i vertici dei loro partiti nel tentativo di bloccare l’accorpamento? In un periodo post covid così complicato per il tessuto economico locale, la Camera di Commercio di Terni rappresenta un punto di riferimento importante per tutte le aziende del territorio”.
LEGA-ITALIA VIVA: IMPEGNO COMUNE IN DIFESA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TERNI
Sandro Corsi , membro della giunta della Camera di Commercio di Terni ha commentato: “la subalternità del gruppo senatoriale del PD verso i 5stelle è stata eclatante.Mi aspettavo un po’ di serietà ma il comportamento generale delle forze politiche è stato ipocrita.Ora è tutto più difficile se il commissario che arriverà ritirerà il ricorso che rimarrebbe l’unico spiraglio”.