Di Chiara Furiani
Mentre a Perugia il Santa Giuliana accoglieva gli amanti del jazz – non capiremo mai il perchè di questa sovrapposizione tra i due principali eventi della nostra regione – Spoleto chiudeva in bellezza l’edizione dei record.
26.000 i biglietti emessi e circa 675.000 euro di incasso.
Dei 58 titoli in cartellone per 203 rappresentazioni più di due terzi hanno segnato il tutto esaurito e un grande successo hanno ottenuto inaspettatamente anche gli spettacoli infrasettimanali.
Una conferma su tutta la linea quindi per la neo-direttrice, la francese Monique Veaute, che solo due anni fa ha raccolto lo scomodo testimone lasciatole da Giorgio Ferrara, vero protagonista del rilancio in grande stile della manifestazione successivamente alla dipartita di Giancarlo Menotti e alla disastrosa parentesi sotto la gestione del figlio adottivo Francis, a causa del quale la kermesse sembrava destinata a una fine ingloriosa.
Ieri sera l’Orchestra di Santa Cecilia diretta dal Maestro Antonio Pappano si è ripresa il pane, dopo la mancata inaugurazione del 23 giugno a causa del maltempo che aveva costretto ad annullare la prima esibizione della stessa compagine in programma per questa edizione.
Una chiusura in bellezza, in una Piazza Duomo bella come non mai e gremita da 2500 spettatori, con l’orchestra in grande spolvero e la splendida voce del mezzosoprano americano Sasha Cooke per un programma tutto all’insegna di Gustav Mahler, con la sinfonia n 1 “Titano” e i “Lieder eines fahrenden Gesellen”.
Si chiude un festival su cui non si può non emettere un giudizio complessivamente più che positivo.
Tanti gli spettacoli che hanno fatto centro, ma specialmente la sezione danza quest’anno ha colpito nel segno, soprattutto con “Into the hairy” degli israeliani L-E-V, ma anche con le due new entries che hanno animato l’ultimo weekend del festival.
Last but not least, come si suol dire.
E infatti sia “M” della canadese Marie Chouinard, già direttrice della Biennale Danza, con le sue variopinte sirene-troll dai colori fluo, che “Dark Matter” del tedesco Marco Goecke hanno ampiamente convinto.
Il Festival dei Due Mondi si conferma quindi come una delle manifestazioni di punta del nostro paese e Giancarlo Menotti da lassù forse starà festeggiando, magari insieme a Giorgio Ferrara, che ci ha da poco lasciati anche lui.
Possono starne certi: la loro creatura gode ancora di ottima salute.