Di Chiara Furiani
E’ mancato forse l’evento di punta a questo festival, ma a parte qualche isolata caduta di stile – vince su tutti l’inspiegabile “Buena Ventura” con l’etoile Fernando Montaño, spettacolo di rara insensatezza – il bilancio complessivo fin qui è davvero positivo.
Non solo, il pubblico ha risposto sempre con grandi numeri e questa è naturalmente buona cosa, poichè testimonia la buona salute del Festival dei Due Mondi e il fiuto della neo-direttrice Monique Veaute.
Ha lasciato decisamente il segno l’ecuadoriano Sergio Blanco col suo “Divina Invención”.
Tra i più celebrati talenti della recente scena teatrale internazionale, Blanco propone i suoi spettacoli in forma di conferenza, e così è stato anche per il lavoro portato a Spoleto.
Sullo sfondo un susseguirsi di immagini dai dipinti di Francis Bacon, tra gli artisti più potenti – e disturbanti – del ‘900.
Tema è l’amore, ma non quello edulcorato dei Baci Perugina, bensì quello che scuote le viscere e che a volte si confonde inestricabilmente con un istinto di distruzione e auto-distruzione.
Eros e Thanatos insomma.
Mescolando realtà e finzione, autobiografia e racconto con un tono solo apparentemente asettico e quasi scientifico, Blanco colpisce, si insinua e resta dentro con una performance inarrivabile che è stata senza dubbio uno dei punti più alti di questo Spoleto ’66.
Ma tante sono state le emozioni che ci ha regalato il cartellone di quest’anno.
Piazza Duomo è stata letteralmente stregata dalla cantante americana Rhiannon Giddens: voce bellissima, repertorio inusuale che spazia tra blues, folk americano e sudamericano e persino qualche puntata italiana, con Luigi Tenco e la nostra Lucilla Galeazzi.
Persino troppa carne al fuoco forse, ma l’intensità della Giddens è tale che le si perdona una certa indefinitezza nello stile.
E poi “Harawi”, nuova fatica della regista e performer Silvia Costa, che ha presentato a Spoleto una messinscena davvero suggestiva come cornice della bellissima partitura di Olivier Messiaen.
Quanto mai adatta la location: di grande fascino la ex chiesa di San Simone, che negli ultimi anni ha ospitato alcune tra le più belle performance del festival.
Non tutti gli spettacoli sono stati concessi a questa testata, ma tant’è.
Quello che abbiamo potuto vedere è stato quasi tutto di ottimo livello, e ha confermato il Festival dei Due Mondi come uno degli eventi di maggior rilievo del nostro paese.