Dopo una riunione con lo staff tecnico e salutato la squadra il presidente Stefano Ranucci si è trattenuto ieri mattina nella sede rossoverde dove era in corso un’ispezione degli uomini della Covisoc per la consueta verifica sulla regolarità amministrativa.Ne ha approfittato anche per sollecitare gli uffici competenti per la riapertura del pozzo che viene utilizzato per innaffiare il manto erboso del Liberati.Proprio mercoledì abbiamo sollevato la problematica attraverso la nostra pagina dei danni che sta subendo il manto erboso del Liberati per la mancanza di innaffiatura ed oggi vogliamo approfondire la vicenda che, se non risolta con una certa urgenza in considerazione delle alte temperature che si registrano in questi giorni, rischia di bruciare i pochi ciuffi di erba rimasti.La vicenda nasce con una ordinanza del sindaco Di Girolamo del 13 ottobre 2016 che comunicava la decisione della chiusura del pozzo in quanto erano stati riscontrati dei parametri non ottimali.A sue spese, la società rossoverde provvedeva successivamente ad effettuare gli stessi controlli dai quali risultavano che i parametri erano nella norma. Gli stessi risultati, poi, erano stati ottenuti da un intervento successivo dell’ Asl che, però, richiedeva alla società rossoverde una dichiarazione in cui si doveva specificare che l’acqua attinta da quel pozzo doveva servire solo ed esclusivamente per l’innaffiatura del manto erboso del Liberati.La società di via della Bardesca inoltrava con sollecitudine la dichiarazione all’Asl, ma al momento non è pervenuta nessuna autorizzazione per la riapertura del pozzo. Dovrebbe essere, quindi, l’Asl ad autorizzare il Comune di Terni a rimuovere i sigilli per tornare alla situazione preesistente rispetto all’ordinanza del sindaco.