Momenti di grande tensione ieri sera nella basilica di San Valentino. Momenti in cui anche la calma e il sangue freddo possono far difetto quando gli animi sono troppo esasperati . E soprattutto quando si pensa di stare sprecando una grande occasione.
Mons.Piemontese lo ha ripetuto più volte. Non banalizziamo la festa, cerchiamo di elevarla, cerchiamo di dare lustro al nostro santo patrono. Per questo aveva deciso una grande novità. Non novità in senso assoluto, ma quasi. Il trasferimento dell’urna con le reliquie di San Valentino in cattedrale, per 36 ore. Per questo, per organizzare gli ultimi dettagli , per soprintendere a tutte le operazioni, Mons.Piemontese, ieri ha trascorso gran parte della giornata nella basilica di San Valentino. Poi è successo quel che è successo. Che è stato vissuto anche come una ingiustizia (da ambo le parti).
Ecco perché, alla fine, anche un sacerdote aperto, pronto al confronto, come don Stefano Mazzoli, stretto collaboratore di Mons. Piemontese, ha perso la calma e ha discusso animatamente, prima con un gruppo di fedeli e poi con una signora in particolare. Proprio perché ha vissuto come una offesa il trattamento riservato al vescovo e poi perché così facendo si vanificavano mesi di lavoro e si impediva , cosa ancor più importante, di dare il giusto e doveroso lustro a San Valentino.
“Vada dai suoi compagni a dire che stanno rendendo ridicolo il Santo – ha accusato don Mazzoli – non siete in comunione con il vostro vescovo che è il successore legittimo di San Valentino e questo è gravissimo”.
Sempre rivolto alla signora:” avete visto i giovani che avete in basilica questa sera? li avete cacciati via i giovani che erano venuti qui contenti”. “Questa sera – ha concluso don Stefano Mazzoli – non è contento il vescovo, non è contento nostro Signore Gesù Cristo né tanto meno il Patrono che pensate di onorare”.