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“Oggi come oggi, essere diversi, da qualunque punto di vista, sotto qualsiasi aspetto, non si capisce bene diversi da chi, diversi rispetto a chi, a che cosa, questa presunta diversità, che sia di carattere religioso, di provenienza etnica, , di orientamento sessuale, molto facilmente , oggi, per una sedicente maggioranza, può diventare una sorta di provocazione, quindi stringiamoci in una catena di unione, stringiamoci forte perché, ripeto, il mondo sarà ancora tormentato, dall’odio, dal fanatismo, dall’ignoranza, ma l’agape (termine greco, amore smisurato, n.d.r.) è più potente di ogni forza oscura”. E’ un passaggio del discorso che ieri sera ha tenuto il pastore evangelico, Pawel Gajevski, commemorando le vittime della strage di Orlando. Una veglia è stata ospitata, infatti, nella chiesa metodista evangelica di Terni. Una veglia organizzata da ESEDOMANI TERNI.
Il Pastore Pawel Gajevski è di origine polacca, si trova in Italia da circa 20 anni ed è a Terni da due anni. Non ha avuto alcuna remora nel concedere la chiesa per la commemorazione della strage di Orlando, in accordo con il consiglio di chiesa, “lo abbiamo fatto molto volentieri e, domenica prossima, durante la celebrazione del nostro culto commemoreremo ancora le vittime della strage”.
Padre Pawel ha contrapposto la pazienza e la benevolenza all’ignoranza e al fanatismo. Ha parlato di “un idolo da abbattere” ma, ha ammonito, ” un idolo che, ho l’impressione, dominerà ancora per molti e molti anni, la scena mondiale”.
Ho chiesto a padre Pawel , visto che si è acceso un dibattito sulla questione, cosa pensa del fatto , e se risponde al vero, che le religioni monoteiste odiano i gay. “Io non credo sia vero; nelle religioni monoteiste ci sono persone, ci sono intere chiese, che odiano gli omosessuali ma non è colpevole il monoteismo come tale, il colpevole è il fanatismo; il fanatismo monoteista è anche un fanatismo molto, molto pericoloso, però ripeto, non si può generalizzare; le religioni monoteiste sono talmente vaste che c’è tutto e il contrario di tutto”.
“Io ho molti amici gay – ha concluso la sua riflessione padre Pawel – in questo momento dico, io sono Orlando e le chiese metodiste e valdesi in Italia, siamo Orlando”.
“Fare in modo che le nostre parole, i nostri gesti, dicano molto più forte dei colpi di pistola che noi siamo gay e viviamo, viviamo tantissimo e fortissimo”, ha detto nel suo intervento uno dei giovani di ESEDOMANI, Paolo Leonardi; “tanto odio può e deve essere combattuto – ha detto Eleonora Pezza, un’altra giovane dell’associazione – con l’indignazione consapevole; piangiamo oggi noi stessi – ha aggiunto – poichè avremmo potuto incontrare noi il fuoco di un pazzo”.
Ci sono stati anche gli interventi di Michael Crisantemi e dei suoi genitori, Giampiero e Donatella, di Roberto Desi e Simona Cuccumabili.
Paolo ed Eleonora, al termine della veglia di raccoglimento hanno elencato i nomi delle 49 vittime mentre ognuno dei partecipanti teneva in mano una candela. Orlando è qui.