Sabina Accorroni, la consigliera comunale della Lega a Montecastrilli, si appella nuovamente ai due vice premier, Salvini e Di Maio, affiché correggano la norma contenuta nella legge di bilancio che obbliga i comuni in dissesto (Terni) o pre-dissesto (Montecastrilli) di elevare al massimo consentito il costo del servizio della TARI.
Un provvedimento – spiega la Accorroni – che, oltretutto, mette in difficoltà, sul territorio i due partiti azionisti del governo Conte.
“Con questa lettera aperta – scrive Sabina Accorroni – chiediamo nuovamente a Salvini e Di Maio di correggere il gravissimo errore fatto in finanziaria 2019, errore rappresentato dal contenuto del comma n. 1093 dell’articolo 1.
Avevamo chiesto ai due vice premier, già a Settembre 2018, di non prorogare la deroga ai limiti minimi e massimi dei costi della TARI (DPR 158/1999), deroga ai costi standard previsti per il passaggio da Tassa a Tariffa, momento in cui il costo del servizio rifiuti sarebbe stato caricato completamente sulle utenze.
La norma sui costi standard minimi e massimi era stata prevista per evitare che amministrazioni comunali potessero operare un accanimento impositivo sulle utenze del servizio dei rifiuti.
Questa norma è indispensabile anche per quei comuni in condizioni di deficitarietà strutturale, in pre dissesto o in dissesto vero e proprio, che dovrebbero inserire per legge nei piani di rientro dal deficit e di riequilibrio, il costo annuale della TARI al massimo di legge consentito.
Questo problema riguarderebbe anche gli utenti del servizio della TARI del comune di Terni che si vedrebbero calcolare il costo del servizio del 49,9% superiore al costo massimo standard per non meno di cinque anni.
La deroga ai costi standard della TARI è stata messa in finanziaria dai precedenti governi di sinistra dal 2014 in poi ed è stato prorogato dall’attuale governo.
Queste ripetute deroghe – aggiunge la consigliera della Lega – hanno reso illegittimi gli stessi piani della TARI dal 2014, in quanto il DPR 158/1999 non è stato applicato completamente, non è stata attuata la tariffa puntuale che prevede il pagamento della stessa da parte di ciascun utente per i rifiuti realmente prodotti, problema questo fatto presente negli anni passati ripetutamente dal Movimento5stelle.
Questa, all’apparenza insignificante, norma metterebbe in croce i due movimenti politici azionisti dell’attuale governo: metterebbe in croce la Lega in quanto il federalismo fiscale ed i costi standard è stato da sempre un suo cavallo di battaglia, metterebbe in croce il Movimento5stelle perché i cittadini dei diversi comuni del sud in dissesto economico finanziario sarebbero costretti, come i cittadini del comune di Terni, a pagare dei costi altissimi per il servizio della TARI e lo dovrebbero fare perché non crediamo che possa essere erogato il reddito di cittadinanza se in famiglia vi è qualcuno che ha morosità nei confronti di comuni o dell’erario pubblico.
Riparare all’errore, che noi riteniamo involontario, è facilissimo: sarebbe sufficiente una circolare esplicativa e correttiva emessa a febbraio della Ragioneria Generale dello Stato in cui venga scritto che la deroga vale esclusivamente per quei comuni che possono provare di aver applicato al 100% la tariffa puntuale nei due anni precedenti. Poche righe che metterebbero al riparo i cittadini dal pericolo di essere vittima degli eccessi prima citati.
Con il nostro articolo di Settembre 2018 – ricorda la Accorroni – avevamo già fatto presente che gli aumenti di circa il 32,2% dei costi della TARI per le utenze domestiche del comune di Montecastrilli, rispetto a quelle del 2017, non sarebbero stati possibili senza quella scellerata deroga rinnovata dal governo Gentiloni per il 2018.
Se questa deroga non sarà abolita il Sindaco Angelucci e la sua maggioranza, una volta terminate le faide interne, potranno mantenere questi aumenti catastrofici per le famiglie anche per il 2019.
Non saranno felici nemmeno le utenze non domestiche del nostro comune, che avevano beneficiato di una diminuzione dei costi TARI di circa il 44% al di sotto dei minimi di costo standard, perché in caso di dissesto finanziario del nostro comune, la lampadina rossa ormai è accesa dal 2015, si vedrebbero aumentare per legge, per almeno cinque anni, di oltre il 100% rispetto a quanto hanno pagato per la TARI nel 2018, mentre le utenze domestiche avrebbero un ulteriore aumento del 17,7%.”
LA LETTERA-APPELLO DEL SETTEMBRE 2018
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