“Oltre 2000 cittadini ingiustamente hanno dovuto togliere tempo alla loro famiglia, al proprio lavoro, alla propria impresa, perché chiamati impropriamente a pagare dei bollettini della Tari relativi al 2014 che in realtà non erano dovuti. Numeri costretti a crescere”, scrivono in una nota congiunta i gruppi consiliari del M5S, Pd, Senso Civico e Terni Immagina.
“In queste ore, tra file interminabili, numeri di telefono che non rispondono, indirizzi e-mail che non hanno alcuna certezza legale, indicazioni sommarie date negli sportelli predisposti – proseguono i gruppi di minoranza – migliaia di persone sono costrette a dover fare i conti con il pressapochismo disarmante di chi ritiene che i ternani possano essere tenuti in ostaggio di dubbie richieste, senza ricevere le giuste garanzie che il termine perentorio dei 60 giorni indicato nell’ingiunzione di pagamento sia di fatto superato dalla procedura attivata.
A tutela dei nostri cittadini – sostengono le minoranze di Palazzo Spada – chiediamo quanto prima che venga attivato un indirizzo PEC che consenta ai chiamati in causa, di produrre deduzioni lasciando traccia nei modi previsti dalla legge delle proprie ragioni.
Per lo stesso motivo va indicato in modo trasparente anche un indirizzo fisico dove poter inviare eventuali raccomandate con ricevute di ritorno.
Ricordiamo che le richieste di pagamento qualora fossero improprie possono dare vita a procedimenti legali e non tutti i cittadini sono disposti a risolvere bonariamente tali questioni quando a fronte di un errore marchiano e palese vengano costretti a impiegare tempo e risorse”.