L’indagine di Confcommercio inerente la Tassa sui rifiuti evidenzia come l’Umbria – assieme a Toscana, Lazio, Campania e Puglia – sia tra le regioni con più alta concentrazione di Comuni che spendono più del fabbisogno e offrono meno servizi. Nella graduatoria che misura l’inefficienza dei Comuni, quelli di Perugia e Terni portano la maglia nera, rispettivamente, con un +38,61% e +37,12% di differenza tra la spesa storica e il fabbisogno standard. “Oggi – commenta Confcommercio Umbria – abbiamo sotto gli occhi l’ennesimo esempio di quanto le nostre imprese siano penalizzate da costi dei servizi pubblici che continuano a crescere in modo ingiustificato. Bisogna intervenire con più coraggio e determinazione sul fronte della spesa pubblica locale che presenta ampi margini di riqualificazione e di riduzione. Le nostre imprese, quelle del commercio, del turismo e dei servizi, si afferma nella nota, non vogliono e non possono più pagare gli sprechi della Pubblica Amministrazione”. In linea generale, l’indagine Confcommercio dimostra che a Perugia la spesa sostenuta dalle imprese del commercio è superiore del 32% a quella registrata nei Comuni benchmark; quella sostenuta dalle famiglie è superiore del 9%. Dal 2012 al 2015, la spesa per le famiglie è aumentata dell’8%, mentre quella delle imprese addirittura del 37%. L’indagine Confcommercio considera 10 categorie commerciali, rilevando che a Perugia la spesa per la Tari degli alberghi senza ristorante, ad esempio, è superiore rispetto alla media dei Comuni benchmark del 61%, degli alberghi con ristorante del 29%, dei negozi del 53%, dei supermercati del 20%, delle esposizioni addirittura del 128%. Una ulteriore criticità riguarda la ripartizione dei costi per la Tari, che sono sbilanciati sulla quota fissa, che rappresenta il 72% dei costi complessivi. Un peso elevato della quota fissa, superiore al 50% del costo totale, indebolisce il legame tra tassa e rifiuti prodotti, vanificando il potere incentivante delle agevolazioni, che spesso agiscono sulla parte variabile. Le imprese del commercio che operano nel Comune di Terni sostengono una spesa superiore del 28% rispetto a quella registrata nei Comuni benchmark. Tra le dieci categorie considerate dall’indagine Confcommercio, addirittura nove presentano una spesa superire a quella media dei Comuni benchmark: distributori di carburante +76%, alberghi con ristorante +42%, alberghi senza ristorante +44%, esposizioni +22%, negozi +40%, ristoranti +22%, ortofrutta +32%. Infine, considerando la media dei Comuni benchmark, le imprese del commercio nel complesso contribuiscono in misura maggiore alla spesa rispetto alle famiglie.