Celebrato da Mons. Giuseppe Piemontese il rito del “Te Deum”, in Cattedrale.
Un ringraziamento al Signore “per l’anno appena trascorso e per quanto vissuto in ambito religioso, civile e sociale. Questa giornata di fine anno, passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo. Una celebrazione – ha aggiunto il vescovo di Terni – festosa e pensosa nella quale si intrecciano memoria e ringraziamento e invocazione per l’anno nuovo nel nome di Maria madre di Dio.”
“Questa sera, in questa Cattedrale, a nome dell’intera città e della diocesi, mutuando le parole del compianto cardinale Carlo Caffarra, sentiamo di dover ringraziare il Signore e lodarlo per alcune ragioni particolari: per l’eroismo quotidiano di chi nonostante tutto non si stanca di agire bene; per il coraggio degli sposi che donano la vita, facendo un grande atto di speranza nel futuro; per la pazienza dei poveri, che vincono la tentazione di ricorrere alla violenza; per coloro che si mettono al loro servizio, diffondendo nella nostra città fraternità e solidarietà; per chi lungo i secoli ha reso grande nella giustizia, nella libertà, nella scienza la nostra città. E per tutti coloro che partendo da questa cattedrale – ha sottolineato Mons. Piemontese – questa sera avranno nel cuore il desiderio di farla risorgere. Con questa speranza nel cuore apriamoci al futuro, che Dio ci elargisce come dono e benedizione per ciascuno, per la nostra Diocesi e l’umanità intera”.
Il vescovo ha sottolineato in modo particolare i 20 anni di attività della Caritas diocesana e dell’associazione San Martino, celebrati nel 2017, che sono, ha detto “segno di speranza per la nostra Diocesi, che a nome della chiesa e di tutti coloro che ci hanno sostenuto, hanno aiutato, soccorso, accompagnato tante persone, gente del posto ma anche stranieri che sono venuti nella nostra città. La loro opera è stata espressione del desiderio e della bontà di tanti di aiutare, di diventare solidali e manifestare con un segno concreto la fraternità che ci lega».
Tra i presenti in Duomo , il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo.