In un sabato ancora estivo alcune decine di persone hanno manifestato davanti al teatro Verdi per ribadire il loro no al progetto di ristrutturazione del teatro portato avanti dall’amministrazione comunale. Un no totale. E a ribadirlo è stato ancora oggi l’architetto Paolo Leonelli: “se proprio devono fare questa monnezza è meglio costruirne un altro modernissimo da un’altra parte, in periferia, come si fa in molte città.” Più drastico di così non si può.
“Quello che è stato approvato ultimamente – sostiene Leonelli – non è un vero teatro , è fatto malissimo, con tante bugie come quella sul vincolo. E’ stato fatto mettere un vincolo su una operazione incolta che ha fatto Lucioli che invece di restaurare il teatro più bello del centro Italia lo ha distrutto per farci il cinema. Vogliamo sapere chi ha messo questo vincolo. Vogliamo dire a questa sovrintendente che ci ha stufato e poi se c’è un vincolo restauriamo quello che c’é. Ma vi rendete conto? Diminuiamo i posti, mettiamo l’orchestra sotto il palcoscenico, siamo a questo livello.”
Leonelli respinge le accuse di strumentalizzazione politica della vicenda. “Non si tratta di un discorso politico, siamo sotto elezioni ed è anche antipatico , è una battaglia che portiamo avanti perché noi abbiamo l’ambizione di costruire questo teatro (il Poletti ndr) forse il più bello d’Italia e non una cosa insignificante, una stupidaggine. Meglio non sprecare questi soldi, che comunque ce ne vogliono tanti, per costruire uno pseudo-teatro.”
Se l’amministrazione non recederà gli amici del teatro Verdi continueranno la loro battaglia coinvolgendo il MIBAC, il ministero della pubblica istruzione, attori come Gigi Proietti, Marzia Ubaldi la moglie di Gastone Moschin, il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Prosegue intanto la raccolta delle firme.