Occorrono gli impianti di videosorveglianza nelle strutture socio-sanitarie pubbliche a tutela delle persone ricoverate al fine anche di stroncare episodi di maltrattamenti? Secondo il Movimento 5 Stelle, sì, occorrono e giudica quanto accaduto ieri, “una delle scene più tristi di questa Legislatura, con la Giunta regionale che ha smentito se stessa e messo in atto grette manovre di palazzo sulle spalle dei più deboli”.
Il testo presentato in aula dal Movimento, infatti, è stato rimandato in Commissione.
Secondo i consiglieri 5 stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, “nonostante analoga proposta sia stata approvata alla Camera dei Deputati anche con voto del Partito Democratico, nel ‘Pianeta Umbria’ la Giunta e la maggioranza si sono espresse contro, adducendo generiche preoccupazioni di privacy: ma la nostra proposta, che forse neppure hanno letto, precisava il necessario ‘rispetto della normativa vigente in materia di tutela della privacy’. Fermo restando il supporto agli operatori, che anzi beneficerebbero da tali misure, riteniamo che vada tutelata anzitutto l’incolumità dei più deboli.
Inoltre le registrazioni sarebbero solo a disposizione dell’autorità autorizzata ad utilizzarle, fungendo da deterrente a comportamenti illeciti e una garanzia per gli operatori corretti (che ad esempio potrebbero essere anche oggetto di false accuse). Incomprensibilmente – aggiungono Liberati e Carbonari – la Giunta ha prima attaccato la nostra proposta, poi l’ha presa sorprendentemente in considerazione, votando per rimandarla in Commissione, dove verosimilmente riposerà in pace fino alla fine della legislatura assieme a tante altre nostre proposte.”
Ha replicato l’assessore alla sanità, Luca Barberini: ““La mozione Liberati e Carbonari – ha detto – riguarda le strutture sanitarie e socio sanitarie. Abbiamo già detto che ci sono degli ostacoli alla installazione obbligatoria della videosorveglianza in questi luoghi: non condividiamo questo atto di indirizzo perché c’è incertezza normativa in materia di privacy, sicurezza e tutela dei diritti delle persone ricoverato e assistite. Lo stesso Garante ha invitato ad essere molto cauti. La proposta di legge trattata con procedura di urgenza non è una legge approvata, quindi non rappresenta un riferimento normativo. Non esiste una sola legge che imponga di videosorvegliare in modo obbligatorio le strutture indicate. Non crediamo di dover vivere in una società in cui ogni malato deve essere continuamente osservato e monitorato, in violazione di ogni principio di riservatezza. Abbiamo chiesto ai direttori di incrementare le procedure di controllo ma questo non significa violare la dignità della persona. Accettiamo la sfida e respingiamo questo approccio. La nostra proposta – ha concluso l’assessore – era di svolgere un approfondimento tecnico e giuridico, senza mai dimenticare la dignità delle persone in momenti delicati della vita”.
Respinta, sulla stessa materia, una mozione analoga presentata dalla Lega.