Altra giornata da dimenticare in casa della Ternana. Almeno per coloro che ne seguono le vicissitudini, che tengono alla propria squadra del cuore, al suo blasone, alla sua immagine, al suo avvenire.
In un sol colpo la società di via Aleardi ha azzerato, o quasi, lo staff tecnico ( al momento restano i collaboratori di Panucci, ndr ) che aveva scelto per ripartire dopo l’ennesima salvezza ottenuta in extremis e dopo che in appena 10 mesi erano stati esonerati o dimissionati due direttori sportivi ed un allenatore.
Simone Longarini ha affidato a Fabrizio Larini il compito di ricostruire lo staff tecnico e con esso anche la squadra vista la partenza di molti titolari per altri lidi. Chi per fine prestito, chi per mancato riscatto o chi per fine contratto.
Il prescelto tra i tecnici è stato Christian Panucci, uno che il calcio lo conosce e che aveva una voglia matta di riscattare l’infelice avventura di Livorno.
I due, senza mai incontrarsi con l’amministratore unico, lavorano, programmano le operazioni da portare in porto per rinforzare la squadra e sembrano in grado di creare un buon clima intorno alla rosa tanto che alla prima uscita a Roccaporena c’è una bella cornice di pubblico ad assistere alla partita amichevole.
Del resto la Ternana è sempre la Ternana e il carisma di Panucci, la sua capacitá di coinvolgimento è grande, come grande è la sua fede nel credere che nel giro di poco tempo la squadra possa essere rinforzata.
E, poi, c’è quella volontà espressa da Simone Longarini di voler incontrare la stampa nel ritiro di Roccaporena che porta alla considerazione, o meglio alla speranza che l’amministratore possa interrompere il suo esilio lontano da Terni ed un suo ritorno alla normalità nei rapporti con la città, con i tifosi, con la squadra.
È una speranza, però, che dura due settimane perchè termina il ritiro, la conferenza stampa non viene indetta, i giocatori che Panucci aspettava non arrivano ed, anzi, qualcuno sceglie altre piazze per poche migliaia di euro in più.
Larini non ama raccontare di sè, di quello che fa, anzi appare sempre in disparte, lontano da coloro che vorrebbero saperne di più per poterlo, poi, riferire ai tifosi, alla gente comune. Probabilmente, però, ha già ravvisato le prime difficoltà nell’operare e, come affermato, dopo la risoluzione, ha una diversità di opinioni con la proprietà nel portare avanti il progetto assegnatogli ovvero fare un punto in più dei 53 conquistati alla fine della scorsa stagione. L’immobilismo, sembrerebbe non voluto, di Larini porta in Panucci il timore che quanto promesso possa essere solo una bella favola. Ma una favola. Ecco, quindi, la volontà di voler incontrare Simone Longarini, di voler capire se e come i programmi fossero cambiati.
Su questo punto, e lo sa bene Toscano, Simone Longarini è irremovibile e demanda ai suoi più diretti collaboratori i chiarimenti chiesti e i relativi incontri.
Il resto, con il mandato rimesso nelle mani di Longarini del direttore generale, Alessandro Capizzi, è storia recente con il botta e risposta tra Panucci e Longarini con l’inevitabile e prevedibile rottura del pomeriggio dell’11 agosto.
Resterà sempre un mistero capire quali siano le motivazioni che portano a simili comportamenti come quelli di non voler incontrare il proprio allenatore, la propria squadra o di non volersi confrontare con i tifosi, con la stampa.
A volte basta pochissimo per creare le condizioni giuste per una serena e civile convivenza che, però, è altrettanto facile distruggere con decisioni come quelle che hanno caratterizzato il pomeriggio di ieri e che causano un sempre più marcato allontanamento dalle vicende rossoverdi.
È incomprensibile, almeno per noi, che l’amministratore unico da quell’umido pomeriggio di Ascoli non voglia avere più rapporti con Terni, con la squadra che la rappresenta, con la stessa tifoseria.
Eppure, la città, le Istituzioni anche recentemente hanno fatto del tutto per fare cosa gradita alla società con la firma della Convenzione anche se manca ancora l’approvazione del Consiglio comunale. Ed è alla luce della firma della Convenzione che è auspicabile che i rappresentanti delle istituzioni, sindaco e/o assessori, chiedano lumi su quelle che sono le reali intenzioni della società e del suo amministratore perché è pur vero che la Ternana è una società di capitali ma è altrettanto vero che rappresenta una città e la sua immagine che vanno salvaguardate.
Ora la situazione venutasi a creare è alquanto delicata con una tifoseria in gran parte inviperita per quanto accaduto e, soprattutto, in relazione alla cacciata di Panucci con cui la gente, la tifoseria, e gli applausi di mercoledî pomeriggio al Liberati ne sono una testimonianza, aveva iniziato ad instaurare un bel rapporto.
Una vicenda quella odierna che rischia di dividere ancora più la tifoseria tra coloro che sono schierati dalla parte di Panucci, coloro che, invece, solidarizzano con Simone Longarini, in minoranza, e coloro che vorrebbero una nuova Ternana magari che parta dai dilettanti ma libera da una gestione che non li rappresenta più.
Non è facile capire come Simone Longarini vorrà gestire il dopo-Panucci, ma non ci stupiremmo se, come già successo con Cozzella nella scorsa stagione, regalasse al nuovo tecnico subito quei cinque-sei rinforzi che sono stati, insieme all’impossibilita di avere un incontro, la causa della crisi tecnica apertasi in casa rossoverde. L’ennesima della gestione Longarini.