“Quanto può durare un’emergenza che ti costringe a stare chiuso in casa? Due settimane, tre settimane, un mese… due mesi. Ma cosa succede nella pratica delle singole contingenze? E poi? Ne usciremo migliori? Riusciremo davvero a tornare alle nostre vite normali?”
Queste le premesse del libro “Bad City”, lavoro a quattro mani degli scrittori ternani Ilaria Alleva e Alessandro Chiometti.
L’occasione è venuta con il bando del Cesvol “Challenge. Sfida accettata: scrivi in quarantena”, un invito a scrivere e raccontare storie in un momento in cui tutti erano costretti in casa dall’emergenza Covid 19.
“Io e Alessandro abbiamo iniziato a scrivere e in realtà le cose sono venute molto naturali, racconta Ilaria Alleva, non ci siamo messi d’accordo prima su quello che dovevamo scrivere. Ognuno ha scritto le proprie storie poi le abbiamo integrate.”
“È stato un inserimento dei vari episodi nella linea temporale giusta, aggiunge Alessandro Chiometti, si è trattato di inserire le storie giuste al punto giusto. La nostra è una contronarrazione, una narrazione alternativa alla classica sulla quarantena, sono storie inventate, ma abbastanza plausibili anche se iperboliche. La funzione di questo libro è essere una testimonianza che ci sono narrazioni diverse intorno a questo lockdown.”
“Per noi è un modo di offrire un altro punto di vista, prosegue Ilaria Alleva, soprattutto in un periodo in cui la pluralità dei punti di vista è stata messa in discussione non poco, così come si è pensato che le cose fossero uguali per tutti quando in realtà non è così. Quindi ci siamo messi nei panni delle persone comuni che si sono trovate, da un giorno all’altro, chiusi in casa, senza poter uscire. Per molti magari è stato piacevole, ma per altri può essere stato un inferno. Per questo abbiamo considerato anche le situazioni meno piacevoli.”
Sia Alessandro che Ilaria hanno alle spalle già varie pubblicazioni.
“Questo è il primo libro che ho scritto da grande – spiega Ilaria Alleva – e sono molto soddisfatta del risultato. Sono stata contentissima del fatto che quasi tutti ci hanno detto che non si riconosce chi ha scritto le storie. Per me è un grandissimo complimento perché Alessandro è un autore già affermato e non potevo auspicare un risultato migliore.”