Un cammino nel cuore dell’Umbria sui luoghi di predicazione di San Francesco e dei primi martiri francescani tra boschi ed eremi, antiche pievi, imponenti ruderi romani e dolci colline punteggiate di olivi. È quanto propone la guida “Il Cammino dei protomartiri francescani” di Fabrizio Ardito, edizione Ediciclo, presentata nella biblioteca comunale di Terni.
Un anello in sei tappe a piedi tra Terni, Stroncone, Calvi dell’Umbria, Narni e San Gemini che unisce e interconnette alcuni dei principali cammini e ciclovie dell’Umbria e la rete di sentieri della valle di Terni, offrendo al viaggiatore lento la possibilità di scoprire le attrattive spirituali, paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche dell’area.
“Lungo questo cammino – ha spiegato l’autore Fabrizio Ardito – c’è un’enorme varietà di luoghi di cultura, di storia, di natura”.
Il cammino è stato inaugurato nel 2015, ideato dalla Compagnia dei Romei insieme alla Provincia di Terni, alla Diocesi di Terni, Narni e Amelia e ai Comuni di Terni, Stroncone, Narni, San Gemini, Calvi dell’Umbria e Narni, realizzato con il sostegno della Regione Umbria, di Sviluppumbria (con i fondi europei POR FESR) e in collaborazione di un’ampia rete di associazioni e volontari.
Il vescovo Francesco Antonio Soddu ha evidenziato quanto il suo legamene con il Cammino dei protomartiri francescani sia sentito in quanto all’interno di un suo personale percorso in questa nuova Diocesi di cui ogni giorno sta scoprendo le ricchezze. “Voglia essere – ha detto in conclusione- l’inizio di un cammino che facciamo insieme”.
“Questo cammino che parte e ritorna a Terni – ha detto il sindaco Leonardo Latini – è ricco di bellezza in un territorio tutto da riscoprire e costituisce un’esperienza in cui è possibile anche immergersi nella dimensione personale in maniera forte. Se il cammino può essere una metafora della vita stessa – ha evidenziato – rispetto alle incertezze della vita, in questo caso abbiamo la certezza di sapere dove andare. Il pellegrinaggio che viene presentato oggi è tanto più significativo perché si radica nella spiritualità della nostra terra permettendo di contattare l’antica identità della città che ho l’onore di rappresentare e che in questo percorso diventa un punto centrale e nodale. Sicuramente il turismo lento – ha concluso – può essere un punto di forza per il nostro territorio e non esiste nulla di più bello di un cammino esperienziale come questo in grado di far scoprire l’autenticità di questi luoghi.”