Impietoso per il Pd il confronto tra i dati relativi alle elezioni politiche del 2013 e quelle del 2018 nel Comune di Terni. Nella elezioni della Camera dei Deputati, infatti, il Partito democratico perde , in termini assoluti, più di ottomila voti ed oltre 12 punti in termini percentuali. Ma è la sinistra in generale (come del resto in tutto il Paese) che fa un balzo all’indietro. Liberi e Uguali, prende 2.057 voti, il 3,3 per cento, il che corrisponde ad un’erosione marcata anche di quello “zoccolo duro” tipico di una città (ex) operaia e “rossa” per tradizione. Che l’operazione Liberi e Uguali sia stato un flop considerevole è dimostrato anche dal fatto che Sinistra e Libertà (ora confluita in Leu) nel 2013 prese 2.266 voti (il 3,5%). Anche da quella parte, è lecito supporre, si sono persi consensi per strada.
Raffrontando i numeri si scopre anche che l’exploit del Movimento Cinque Stelle, in termini di numero dei voti, non è stato poi un granché: circa quattrocento in più rispetto al 2013, anche se in percentuale essi si traducono in quasi 2 punti in più.
Il vero boom è quello della Lega che, avrà pur perso nel simbolo la dicitura geografica “Nord”, ma si tratta di un particolare che non basta a spiegare un aumento vertiginoso dei suffragi, quale quello registrato in una città che si voleva di sinistra, solidale, tollerante, aperta al nuovo. La Lega nel 2013 aveva preso nel comune di Terni 204 voti (0,3%). Nel 2018 è balzata a 11.056 con una percentuale aumentata di quasi seimila volte arrivando al 17,8 per cento. Cresce anche Fratelli d’Italia, che passa dal 2,6% al 4,8%.
Forza Italia ha ottenuto nel 2018, 7.218 voti, l’11,6 per cento. Il Pdl, nel 2013 aveva ottenuto una percentuale superiore al 19.
Numeri. Aridi? Forse nel caso in ispecie non del tutto. C’è chi dovrà discutere e porsi interrogativi.