DI DANILO PIRRO*
Quarant’anni fa, l’11 luglio 1985, Terni salutava uno dei suoi figli più illustri: Elia Rossi Passavanti, figura complessa di militare, politico, magistrato e studioso. Eroe di guerra, ufficiale pluridecorato, intellettuale appassionato di storia locale, Passavanti rappresenta un frammento importante non solo della storia di Terni, ma dell’Italia intera. Oggi, a quarant’anni dalla sua morte, il suo nome torna a imporsi all’attenzione pubblica, insieme a un dovere morale rimasto fin troppo in sospeso: onorare fino in fondo il lascito di un uomo che dedicò la sua esistenza al servizio del Paese e dei suoi concittadini.
Nato a Terni il 5 febbraio 1896, figlio di Ruggero Rossi e Virgilia Passavanti, Elia si arruolò volontario giovanissimo nella Prima guerra mondiale nei dragoni del Piemonte Reale Cavalleria, poi nel Genova Cavalleria, distinguendosi in numerose azioni sul fronte italo-austriaco. Fondò e comandò la compagnia Arditi del 252° fanteria, guadagnandosi due Medaglie d’Argento al Valor Militare, cui fece seguito, nel 1923, la concessione della Medaglia d’Oro al Valor Militare, massima decorazione italiana al valore.
Nel 1919 partecipò all’Impresa di Fiume, dove fondò “La Disperata”, compagnia di Fiamme Nere scelta da Gabriele D’Annunzio come guardia personale. Proprio D’Annunzio lo soprannominò “Frate Elia dell’Ordine della Prodezza Trascendente”, a suggellare la stima e il riconoscimento del suo ardimento. Il carteggio intercorso tra i due è oggi una fonte preziosa per gli studiosi.
Dopo il rientro in Italia, Rossi Passavanti fu inviato in Eritrea come comandante delle truppe a Massaua. Tornato in patria, intraprese una carriera politica di rilievo: fu primo segretario federale del Partito Nazionale Fascista a Terni, primo podestà della città e nel 1924 venne eletto deputato al Parlamento nella XXVII legislatura. Fu anche fondatore e direttore dei giornali «La Prora» e «Volontà Fascista», tramite i quali si oppose agli interessi economici dominanti della Società Terni, polemiche che lo portarono alle dimissioni da podestà.
Parallelamente, Rossi Passavanti proseguì gli studi, laureandosi in giurisprudenza, scienze politiche e lettere e filosofia. Entrò nella magistratura contabile e fece una carriera prestigiosa nella Corte dei conti, diventando Presidente facente funzioni nel 1953-1954.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si arruolò nuovamente, partecipando alle campagne nei Balcani e in Grecia, dove ottenne la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare per operazioni sul fronte greco-albanese. Dopo l’8 settembre 1943, prese parte alla Resistenza romana nel Fronte clandestino militare. Collaborò poi con gli Alleati, divenendo capo dell’assistenza delle truppe italiane incorporate nell’VIII Armata britannica. Il suo passato fascista lo rese oggetto di provvedimenti di epurazione, ma venne reintegrato nel 1949 grazie anche al riconoscimento ufficiale del suo contributo alla Resistenza.
Nel 1980 fondò a Terni la Ternana Opera Educatrice (TOE), donando ingenti beni per borse di studio e premi destinati ai giovani meritevoli. Fra le sue eredità più preziose c’è senza dubbio la Casa Museo Elia Rossi Passavanti, allestita proprio al mezzanino di Palazzo Carrara, nel cuore di Terni, dove riposano bandiere, medaglie, uniformi, libri e memorie di una vita trascorsa al servizio dell’Italia e della cultura. Eppure, a quarant’anni dalla sua morte, quella Casa Museo resta chiusa, nonostante lo statuto della TOE preveda espressamente che diventi un luogo di memoria e di educazione.
Così, mentre Terni conserva vie, lapidi e memorie dedicate al suo nome, la storia di Elia Rossi Passavanti – ardito, politico, magistrato, studioso – attende ancora di tornare a vivere alla luce del sole. E con lui quella di un patrimonio documentale che potrebbe fare luce su pagine importanti del nostro passato. Aprire la Casa Museo, completare la catalogazione dell’archivio e tessere relazioni con il Vittoriale degli Italiani non sarebbe solo un atto di omaggio, ma un investimento nel futuro culturale di Terni e dell’Italia.
Un ideale che Elia Rossi Passavanti ha più volte espresso nei suoi scritti: la storia non è solo memoria, ma strumento per costruire la coscienza civile.
*L’AUTORE È IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE UGO SPIRITO E RENZO DE FELICE – DELEGAZIONE DI TERNI