Sono stati gli operatori dello sportello dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Terni a capire che c’era qualcosa di poco chiaro in quel cittadino afghano che dopo 5 anni si era presentato a ritirare il suo permesso di soggiorno e i successivi accertamenti dei colleghi della 3° sezione hanno poi confermato i loro sospetti.
Il 35enne aveva presentato richiesta di permesso di soggiorno per motivi umanitari nel 2016, richiesta alla quale era seguito un rifiuto in quanto l’uomo non era in possesso dei requisiti necessari, ma l’ufficio non aveva mai potuto notificargli la misura perché si era reso irreperibile. Le spiegazioni agli agenti dell’Immigrazione fornite dall’uomo in merito al suo allontanamento sono risultate poco credibili, quindi è stato fotosegnalato. È emerso che si trattava di un “soggetto attenzionato” per il delitto di associazione con finalità di terrorismo islamico in quanto, in occasione dei festeggiamenti in onore della santa patrona di Catania nel febbraio 2016, era stato notato aggirarsi nei pressi dell’arcivescovado con fare sospetto. Fermato e controllato dalla Digos della questura catanese, nella sua abitazione era stato rinvenuto un trolley con circa 5.600 schede telefoniche della compagnia “3” di matrice inglese, nonché altre 67 schede telefoniche della compagnia “LYCAMOBILE” anch’esse di matrice inglese. Inoltre, dai riscontri fotodattiloscopici è emerso che lo straniero aveva declinato, in occasione di controlli di polizia, anche in territorio europeo, diversi alias con date di nascita differenti, perché gravava su di lui un rintraccio da parte delle autorità francesi, del settembre 2016, come persona pericolosa con comportamento violento e possibile uso di armi. L’uomo è stato perciò espulso dall’Italia dal Prefetto di Terni, con relativo trattenimento coatto emesso dal Questore, quindi accompagnato al Centro di Permanenza e Rimpatrio “Corelli” di Milano, per essere successivamente rimpatriato in Afghanistan.