Acque agitate nell’ambito territoriale di caccia ATC 3 per le quote che i cacciatori di selezione a capriolo e daino dovranno pagare secondo le recenti decisioni assunte.
Gran parte del mondo venatorio sembra non condividere questa scelta che nell’Atc 3 è stata fermamente contestata dal Libera Caccia. La proposta di Libera Caccia era stata formulata dal consigliere dell’ATC 3 del Ternano-Orvietano Massimo Novelli, ma non ha avuto successo.
“Io volevo che fosse applicato – afferma Novelli – il contributo minimo di 20 euro, così come chiede il nuovo disciplinare per l’accesso al piano di prelievo annuale. Invece si è passati a “vendere” gli animali da abbattere a 20 euro a singolo capo. Animali che, ricordo, sono inseriti nel calendario venatorio e ricompresi nella tassa versata per l’iscrizione all’ATC. La scelta – sostiene Novelli – scatena anche ulteriore burocrazia e lungaggini in un settore già messo a dura prova”.
Trova scontento anche il disciplinare. Libera Caccia avrebbe preferito che ci fosse una rappresentanza politica a quel tavolo tra Regione e Atc umbri.
“Più volte nel corso di questi ultimi periodi – dice Novelli – avevo posto al presidente le nostre tesi ma poi lui ha ritenuto opportuno che l’Atc3 venisse rappresentato dal tecnico dei cervidi e bovidi. E i consiglieri hanno saputo tutto a cose fatte”.
Libera Caccia condivide la preoccupazione che la politica regionale e soprattutto la maggioranza hanno manifestato circa il proliferare del cinghiale, si legge in una nota firmata dal presidente provinciale di Libera Caccia Terni Sauro Zara, anche in merito al fatto che gli atc 3 e atc 1 non hanno fatto partire la caccia di selezione. Come Libera Caccia si ricorda alla maggioranza che sono 3 i rappresentanti che la precedente giunta ha nominato all’interno degli atc: costoro, ci chiediamo, fanno gli interessi dell’attuale giunta e rispondono alle attuali problematiche? In base al regolamento regionale potrebbero essere sostituiti dando così un impulso diverso all’attività e alle attese dei cacciatori e dei cittadini. Riguardo al cinghiale e la relativa emergenza, riteniamo che la questione debba essere affrontata in modo totalmente diverso: aumentando le giornate di caccia così come da sempre Libera Caccia ha chiesto alle istituzioni. Va compiuta una riflessione anche sulla bozza del calendario venatorio laddove si prevede che la caccia al cinghiale inizi il primo ottobre e termini il 31 dicembre per un totale di 39 giornate di attività.
La proposta che facciamo alla politica, conclude Zara, è di effettuare le “braccate” di contenimento il sabato e la domenica di ottobre. Poi dal 4 novembre fino al 31 gennaio secondo quanto prevede il calendario venatorio: cosi facendo si totalizzano 10 giornate di caccia in più che sicuramente, sommate al numero delle squadre, determinerebbero un numero di abbattimenti maggiore.