“Nel giro di pochissime ore abbiamo imboccato la pista giusta grazie ai ragazzi, ci hanno dato un grande aiuto, hanno condotto gli investigatori al sospettato”.
Così il procuratore della Repubblica di Terni Alberto Liguori nella conferenza stampa che ha tenuta nella caserma dei carabinieri di via Radice per illustrare le indagini che hanno portato al fermo del quarantunenne ritenuto responsabile della morte dei due ragazzi di 15 e 16 anni, rinvenuti cadavere nelle rispettive abitazioni dai genitori.
Ricordando che negli ultimi tempi grazie ad importanti operazioni antidroga gli investigatori hanno assicurato alla giustizia oltre 100 persone, il procuratore ha detto che si può fare di più, “abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è accaduto. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere. Quanto successo non è colpa dei genitori, forse la responsabilità è sociale, non certo genitoriale.
Cosa grave, ha aggiunto, è il fenomeno della dimestichezza che hanno i ragazzi con il mondo della droga. È grave che conoscano certi tecnicismi come la codeina ha un colore violaceo o che il metadone è biancastro.
Non è corretto definire stupefacente la sostanza assunta dai due ragazzi – ha detto il procuratore – parliamo di una sostanza drogante, gli esami tossicologici serviranno per capire”.
Esami che verranno eseguiti anche su una bottiglietta sequestrata dai carabinieri, che potrebbe aver contenuto il mix di sostanze assunte dagli adolescenti.
I carabinieri hanno sequestrato anche i computer ed i cellulari delle vittime per cercare di ricostruire i contatti avuti con l’arrestato. Questi è in cura al Sert in quanto assuntore, ma non ha alcun precedente legato alla droga.
È accusato di morte come conseguenza di altro reato.
Sembra che i ragazzi abbiano incontrato il 41enne in serata, prima dell’appuntamento per il calcetto: intorno alle 22 già si sentivano male.
Venerdì 10 luglio ci sarà il conferimento dell’incarico per eseguire le autopsie su due giovani, che si svolgeranno a Perugia.
Intanto il fermato ha incontrato il suo legale nel carcere di vocabolo Sabbione.
“Ci ho potuto parlare poco – spiega l’avvocato Massimo Carignani- perché singhiozzava. E’ un uomo distrutto, si sente in colpa per quello che è successo e ha finora prestato il massima della collaborazione agli investigatori. Ha ammesso dal primo momento di aver ceduto ai ragazzi del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente”.
Il legale riferisce che i ragazzi avrebbero incontrato il quarantunenne, per la cessione della sostanza tra le 21 e le 21.30 di lunedì sera nel quartiere San Giovanni.
Domani mattina, davanti al giudice Barbara Di Giovannantonio, è prevista l’udienza di convalida del fermo.