Un manuale che spiega ai bambini il ruolo delle istituzioni che intervengono nella loro tutela. È “Ai bambini non si raccontano bugie” il libro scritto da Raffaele Focaroli, docente di pedagogia e Giudice esperto presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, presentato all’Accademia Rousseau di piazza San Francesco a Terni dalla direttrice Maria Luisa Astorri e da Carlo Latini, laureato in scienze politiche e docente, tra l’altro, a l’Ecole Superieure de Science et Lettres di Bruxelles.
I bambini che sono oggetto di interventi da parte del Tribunale, se non sono adeguatamente preparati, vivono questo procedimento come un’azione punitiva.
“A questo si può ovviare parlando come ha fatto Raffaele Focaroli in termini semplici e diretti ai ragazzi – si legge nella prefazione di Angela Rivellese, presidente vicario del Tribunale per i Minorenni di Roma– perché la semplicità e la curiosità dei più piccoli ci permettono di essere sinceri e obiettivi anche di fronte a scelte non sempre accettabili”.
“Le bugie non vanno raccontate ai bambini, spiega Raffaele Focaroli, ma non dovrebbero essere raccontate neanche agli adulti. Questa è un po’ la massima generale. Con questo titolo, comunque, si definisce tutta una serie di percorsi, in particolar modo quelli della conoscenza e nella fattispecie della conoscenza della filiera istituzionale che subentra nel momento in cui c’è la tutela di un minore. Quindi si spiega al bambino quali sono le figure istituzionali che subentrano nel momento in cui c’è un’attenzione di carattere istituzionale. Le figure istituzionali più importanti, quelle a cui si delega questo compito, vanno dall’insegnante fino ad arrivare al magistrato all’interno di un tribunale per i minorenni.
Si deve dire sempre la verità, cioè si deve sempre partire da un percorso di relazione con il bambino fondato su quella che è la realtà dei fatti, ovviamente mostrata e spiegata in modo attinente rispetto all’età. Non si deve mai nascondere e soprattutto non si deve mai far filtrare un’informazione in modo distorto. Per questo ci vuole soprattutto una coscienza perché credo che i genitori siano, in un certo senso, già predisposti. Penso, ad esempio, ai percorsi di affido che poi si trasformano in percorsi adottivi, dove esiste o potrebbe esistere un richiamo alle origini che può essere supportato nella spiegazione di quello che è stato il proprio passato, in modo tale che il bambino divenuto adulto poi non si ponga tanti perché rispetto al suo percorso di vita”.
Pubblicato appena una mesata fa, “Ai bambini non si raccontano bugie” ha subito ottenuto ottimi riscontri, anche all’estero.
“Mi ha contattato un rivista on line del Principato di Monaco, dichiara Raffaele Focaroli, per ordinare dei libri e c’è l’obiettivo di presentare “Ai bambini non si raccontano bugie” anche in quel contesto con un interessamento soprattutto delle scuole e questo è anche una soddisfazione a carattere personale”.