Donne uccise da uomini, gli stessi che professavano il loro amore finché non sono stati lasciati o stavano per esserlo. Donne uccise perché rivendicavano la loro libertà ed autonomia. Li chiamano femminicidi, un massacro che non sembra avere fine, anzi.
Un tema, questo, che ha particolarmente colpito la sensibilità di Gloria Vatteroni. Con le sue foto ha dato vita alla mostra “Dolls” ospitata nel Caffè Cavour, nell’omonima via del centro di Terni.
“Dolls – spiega la fotografa – nasce qualche anno fa, almeno cinque, perché ero sconvolta dai femminicidi, i numeri, le violenze. Siamo arrivati che ormai sono giornalieri ed il mio è un lavoro che considero non finito perché non finiscono queste violenze”
Le sue protagoniste sono le Barbie “perché sono lo stereotipo di quello che pretendono da noi come immagine femminile, siamo merce, oggetto, gioco per certi uomini malati, ovviamente stiamo parlando di uomini con grossi problemi, non voglio dire che tutti siano così. Ma soprattutto penso di poter dire tranquillamente che su dieci donne nove almeno hanno subito molestie nella loro vita”.
Gloria Vatteroni voleva denunciare questa situazione, “quindi il lavoro è stato quello di cercare di umanizzare le Barbie. Poi c’è una seconda parte, in esposizione ci sono solo due o tre immagini, in cui ‘barbizzo’ le donne. Siamo merce, siamo votate allo sguardo maschile e le Barbie ci rappresentano. Non è stato facile con le Barbie perché hanno sempre quel sorriso stampato, sono tanto felici e carine. Quindi il lavoro è stato quello di cercare di far passare la paura soprattutto sul viso delle Barbie”.
Le fotografie di Gloria Vatteroni sono molto impattanti, sono la testimonianza di percorsi segnati da sofferenza, tormenti, dolore radicati nella dimensione sociale. Sono narrazioni che arrivano da contesti quotidiani per attivare una riflessione critica.
E forse non è stato un caso se la mostra “Dolls” è arrivata al Caffè Cavour di Katiuscia e Maurizio.
Loro hanno provato sulla loro pelle la tragedia del femminicidio.
Marianna Vecchione, sorella di Maurizio, aveva 35 anni quando fu uccisa con un colpo di fucile al petto il 23 marzo 2011 dal compagno. Un omicidio avvenuto nella loro abitazione di via Brodolini alla presenza di due figli piccoli.
“Questa mostra è anche un’occasione per ricordare mia sorella – evidenzia Maurizio – che purtroppo 12 anni fa è stata uccisa in maniera brutale. L’omicida é stato condannato a 16 anni di reclusione per omicidio volontario, ma tra un beneficio e l’altro ne ha fatti tanti di meno. E nel frattempo si è pure sposato”.
Più che comprensibile l’amarezza di Maurizio.
“Sono passati 12 anni, ma vedo che quello dei femminicidi è ancora un tema molto attuale, perché poi, purtroppo non ci sono né pene certe né condanne certe”.
La mostra fotografica “Dolls” di Gloria Vatteroni al Caffè Cavour rimarrà visitabile fino al 29 novembre.












