I preziosi reperti custoditi negli spazi del Museo Archeologico, all’interno del complesso museale Caos di Terni, tornano a dialogare con l’arte contemporanea. In occasione del quarantennale della sua attività artistica, infatti, Karpüseeler propone una minima antologia, curata da Aldo Iori con il coordinamento di Franco Profili, composta da una quindicina di opere che vanno dal 1978 al 2018.
La rassegna si apre con l’inedita opera “Vivavoce” (2018) che fornisce il titolo alla mostra e che “da subito pone l’osservatore nello spazio pluridimensionale dell’opera, quasi a chiedergli ascolto o proponendogli un luogo ideale della riflessione. La parola con la sua vocalità fornisce, come in “Nazywam” (2012), la base scientifica e ideativa per la definizione della forma lignea; altre volte si coniuga con linguaggi tecnici, come il barcode presente in opere come “L.E.G.N.O.” (1990) o “U.O.V.O.” (2004) o l’artista utilizza la suggestione di calembour linguistici come “In/equi/vocare” (1987-2003), opera emblematica in cui il cavallo degli scacchi diviene mostro terribile di un inconscio che forza il pensiero razionale, o ancora in “Varano di Komòdo” (1987). Altre opere come “Verso infinito”(1995), “Piccola Voce” (2016), “Silenzio bianco” (2006) e “Coro” (2007) posseggono invece una forte e assoluta presenza che, come in Canova, Brancusi o Spalletti, travalica l’aspetto formale e l’opera ritrova una propria forte dimensione intellettuale”.
Al finissage della mostra “Vivavoce”, che si terrà il 14 ottobre, verrà presentato un catalogo con testi di Aldo Iori e Francesco Santaniello, immagini delle opere in esposizione e apparati biobibliografici.