Nei primi quattro giorni di apertura oltre 2500 persone hanno già visitato la mostra AMARSI. L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy, con una media di oltre 600 visitatori al giorno.
Un successo straordinario, degno delle grandi mostre in corso nelle maggiori città italiane. L’esposizione ha visto la partecipazione di un pubblico proveniente anche da fuori regione: hanno varcato la soglia di Palazzo Montani Leoni turisti giunti a Terni da Verona, Vicenza, Roma, Civitavecchia, Napoli, Teramo, Carrara, ma anche dall’estero (Francia, Argentina…), oltre alla grande partecipazione dei ternani. L’iniziativa si conferma un’ottima occasione per la crescita culturale ed economica della città, come affermato dal Presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini, in occasione della presentazione della mostra.
L’esposizione, che prosegue fino al 7 aprile 2024, presenta una selezione di 38 opere dedicate al tema dell’Amore, dall’Antichità al XXI secolo. La rassegna, che vuole essere un omaggio a San Valentino (III-IV sec.) propone un avvincente racconto che raccoglie le iconografie più note e appassionanti dedicate al sentimento che ha maggiormente ispirato gli artisti nel corso dei secoli, tra i quali Guercino, Dosso Dossi, Francesco Hayez, Antonio Canova, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, fino a Tiziano e Banksy con le opere appartenenti alla collezione della Fondazione Carit, solo per citarne alcuni.
La mostra, a cura di Costantino D’Orazio, con la co-curatela e direzione di Anna Ciccarelli e con la collaborazione di Federica Zalabra, vuole dunque indagare l’iconografia del sentimento d’amore nella storia, dall’Antichità fino al XXI secolo, e le opere esposte affrontano proprio le principali declinazioni di questo tema, che ha attraversato tutta l’arte in ogni tempo. Un percorso ricco di storie ed emozioni: dalla mitologia greca e romana, attraverso le icone dell’amore spirituale medioevale, fino al recupero dell’Antico in epoca Rinascimentale, la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell’Ottocento, l’Amore ha potuto fare affidamento su una serie di immagini e storie che soltanto nel Novecento cominciano ad essere messe in discussione.