Il confronto c’è, non c’è dubbio, “è serrato”. Se vogliamo proprio allargarci diciamo anche che un cantiere aperto c’è. Da qui a dire che l’edificio sarà realizzato, però, ce ne corre. Anzi, stando ad oggi, è più probabile che questa costruzione non veda la luce. Thomas De Luca, il consigliere regionale del Movimento5 Stelle è molto prudente, non si sbilancia più di tanto, sa perfettamente che la posta in gioco è molto alta, pesa la parole e tuttavia ribadisce ai colleghi di opposizione del Pd che “la discontinuità – quella che loro, i 5 Stelle, chiedono – non può essere solo con questa consiliatura ma una discontinuità forte con quello che è un arco temporale estremamente più lungo”. Che inevitabilmente coinvolge le amministrazioni a guida Pd. Discontinuità sui programmi: sui diritti, sulla qualità della vita, sulla sostenibilità ambientale, sulle privatizzazioni, nell’ambito della gestione della cosa pubblica: “dobbiamo costruire – dice De Luca – una visione politica comune (è inutile proporsi per essere la brutta copia dell’attuale) e servono persone che siano in grado di essere garanti di questa rappresentazione”. Già perché stiamo parlando di ipotetiche (improbabili) alleanze senza sapere chi, poi, ne rappresenterebbe la sintesi, ovvero il candidato sindaco. Tutto ciò a 4 mesi dalle elezioni.
E dire che dall’altra parte, il Pd s’intende, ci sarebbe la voglia di stringerla questa alleanza. Lo hanno ribadito ieri pomeriggio nel corso di un incontro organizzato da Sinistra Italiana-Verdi, il segretario regionale del partito Tommaso Bori e quello comunale, Pierluigi Spinelli. “Consideriamo ciò che ci unisce, piuttosto quello che ci divide” o anche “dobbiamo costruire un’alternativa di governo a quello attuale, è un dovere, non ci sarà perdonato”. Non mi pare siano stati molto convincenti. Anche perché ha ribadito De Luca “non a qualunque costo, perché pensare di prendere la città per fare quello che fanno gli altri, allora lo fanno meglio altri”. Il quale De Luca, tuttavia, una porticina socchiusa la lascia: “ci stiamo confrontando perché vogliamo garantire che ci sia una possibilità concreta per il futuro”. Su questo spiraglio poggiano le speranze di chi vorrebbe uniti il centrosinistra e i 5 Stelle per essere almeno competitivi con la destra unita, altrimenti il risultato elettorale è già scritto. E’ tutto da vedere se lo spettro della sconfitta farà il miracolo o se saranno le emergenze citate dalla parlamentare di Sinistra Italiana-Verdi, Elisabetta Piccolotti, a farlo perché “il governo nazionale – ha detto – punta a trasformare l’Italia in una giungla di lavoro povero e precario e di sfruttamento, di riduzione dei diritti e dei servizi pubblici e di crescita costante delle disuguaglianze perfino nel campo dell’istruzione. E’ la fine dell’Italia come l’abbiamo conosciuta”. Il dibattito è stato introdotto da Alessandro Gentiletti (Senso Civico) e vi hanno preso parte anche Gianluca Fucina (M5S) e Francesca Arca (Sinistra Italiana-Verdi).