Aperto a Terni il Digipas, un articolato servizio per entrare nel mondo digitale e sfruttarne al meglio tutte le opportunità. I cittadini possono, gratuitamente, chiedere informazioni, essere assistite e accompagnate per l’utilizzo dei servizi digitali della pubblica amministrazione e dei privati: SPID, certificati, pagamenti, prenotazioni sanitarie, attivazione di email, PEC, uso dei social.
“Il Digipass è uno spazio pubblico, aperto e gratuito – ha evidenziato l’assessore comunale a innovazione PA e digitalizzazione Giovanna Scarcia – che può essere utilizzato da qualunque cittadino con un facilitatore che lo accompagna nell’utilizzo dei servizi digitali e che con le sue competenze e la sua formazione cerca anche di renderlo autonomo, in questi passaggi, per futuri utilizzi. È l’unico Digipass in Umbria diffuso con diverse sedi dedicate.”
Infatti ha ben tre sedi: presso l’Urp in via Roma, nella biblioteca comunale in piazza della Repubblica e – ancora in in allestimento – a Palazzo Carrara con lo spazio coworking e il Fablab. L’ideatore della forma diffusa del progetto è l’architetto Roberto Meloni.
“L’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno investire anche su un orizzonte strategico – ha spiegato il Responsabile Unico del Progetto Roberto Meloni – considerando che in Umbria solo Terni e Perugia hanno anche la componente hub che è il valore aggiunto che permette poi di avere anche dei laboratori dove, oltre all’erogazione dei servizi, ci siano anche spazi e luoghi di confronto e di implementazione dell’innovazione. L’Amministrazione quindi ha ritenuto opportuno investire in un modello diffuso, anche individuando le sedi nei luoghi più facilmente accessibili dai cittadini”.
“La vera sfida inizia oggi – ha concluso l’assessore regionale a Innovazione e Agenda digitale Michele Fioroni – spetta alla città di Terni dare cuore a questa massa di bit. Speriamo che la città di Terni accolga questi spazi come il cuore digitale, il cuore delle opportunità dell’inclusione, ma anche il cuore in cui può nascere un’idea e quell’idea possa trovare anche le gambe e magari diventare un progetto di vita, d’impresa, di professione sociale”.