“La nostra posizione è chiara fin dall’inizio, una posizione assunta facendo leva su elementi giuridici e che si è rafforzata con il pronunciamento di Asl. Una posizione cristallina, che non può lasciare adito a fraintendimenti, da parte di un ente, il Comune, che non ha esitato a rappresentare al meglio le istanze ambientali della comunità”.
E’ quanto affermato dal sindaco di Terni , Leopoldo Di Girolamo, al termine della conferenza dei servizi sull’inceneritore Terni biomassa, coordinata dalla regione Umbria che dovrà rilasciare (o meno) l’autorizzazione.
“Anche oggi – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Emilio Giacchetti – abbiamo rimesso un parere corposo, strutturalmente basato su elementi normativi e scientifici ben precisi, facendo riferimento, tra gli altri, al principio di precauzione e alla valutazione di impatto ambientale intesa non solo come emissioni dell’impianto da autorizzare ma del contesto nel quale va a inserirsi. Noi, in sostanza, diciamo inoltre che al momento, mancando alcuni elementi di analisi e approfondimento, non si possa che dire di no all’impianto”.
Nel parere rimesso in sede di conferenza, il Comune tra l’altro ha sottolineato che “i dati sanitari attualmente in possesso dell’amministrazione comunale sulla popolazione interessata, non risultano aggiornati in modo da poter consentire una valutazione in questa sede; nel comune di Terni è stata recentemente promossa un’indagine sanitaria (attualmente in corso presso il dipartimento di igiene dell’università degli studi di Perugia) per poter disporre di dati aggiornati sul nesso causale tra livello di emissioni e patologie oncologiche, i risultati di tale indagine consentiranno di disporre di elementi idonei all’elaborazione delle prescrizioni sanitarie contemplate nell’art. 217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, sia per il caso di specie che per altri casi che potranno essere affrontati in futuro; la valutazione dei rischi sanitari, nel caso di specie, deve essere presa in considerazione anche relativamente agli inquinanti presenti dalle diverse fonti sul territorio, oltre che quelli specifici dell’impianto da realizzare; nel caso in cui dalla valutazione sanitaria emergano criticità è necessario che l’indagine epidemiologica sulla popolazione interessata sia svolta prima del rilascio dell’AIA”.