Il presidente dell’Emilia Romagna e candidato segretario del Partito Democratico, è stato oggi pomeriggio a Terni in vista delle primarie di febbraio. A Bonaccini sono successi due piccoli miracoli, per il momento, il primo , quello di riempire (e di più) la sala del consiglio comunale di Palazzo Spada. Ad ascoltarlo, infatti, c’era tantissima gente. E il secondo, che non è per suo merito, quello di vedere aggirarsi nella sala il sindaco di Terni Leonardo Latini, il quale, dotato di grande correttezza istituzionale, oltre a salutare vari dirigenti del PD, ha atteso l’ospite per stringergli la mano e scambiarsi il saluto. La politica sarebbe anche questo: rispetto reciproco e dignitose relazione fra i partiti e fra le persone. Solo così si alimenta la democrazia. E, restando nel solco, Bonaccini ha detto: “io non considero Giorgia Meloni una nemica, al massimo – ha detto – un’avversaria, io – ha aggiunto – non sopporto più il teatrino dove ci si insulta tra avversari dalla mattina alla sera. Noi le daremo rispetto e lo pretendiamo. Da noi avrà un’opposizione mai urlata e sguaiata e se ci fossero cose su cui collaborare io non vedo perché non si debba anche votare insieme nell’interesse dei nostri territori e in generale degli italiani”. Poi alla Meloni non ha risparmiato critiche sulla gestione della sanità, in particolare, sulla applicazione della flat tax e sulle accise sulla benzina. Quanto al PD del quale ambisce a diventare il nuovo segretario, lo vorrebbe “più tonico, con più energia , un PD a vocazione maggioritaria che quando andrà a stringere alleanze, che sono indispensabili, non lo farà da una posizione di subalternità o debolezza”.
“Voglio un partito più popolare – ha aggiunto Bonaccini – una grande forza laburista” perché “se la sinistra non torna a far sognare non esiste in natura, voglio una sinistra pragmatica che quello che dice lo fa, di una sinistra massimalista non so che farmene, voglio – ha detto ancora – che si dico diritti civili, a fianco parlo anche di diritti sociali, chi vi parla pensa che in questo paese bisogna arrivare al punto che ognuno ama chi gli pare e se ama è meglio piuttosto che odiare (un passaggio che non è stato sottolineato nemmeno da un applauso), voglio un paese in cui si discuta di fine vita e di una legge in tal senso (applausi). Per questi motivi ha concluso Bonaccini “devi diventare una forza maggioritaria per fare le leggi a tutela dei diritti delle minoranze”.