“Loro, povere bestie, mica lo sanno quello che fanno, se gli scappa la fanno ovunque si trovano, compresa la chiesa”.
Così Marco Sabatini, sacrestano della parrocchia di Santa Maria Assunta nel duomo di Terni, dopo quanto accaduto nella Cattedrale la domenica delle Palme, il 13 aprile.
“Un cane – racconta – ha defecato lungo la navata centrale fino al sagrato lasciando una scia che è poi stata pistata dai fedeli e qualcuno ha rischiato anche di scivolare. Difronte al mutismo del proprietario, insieme al parroco don Alessandro, abbiamo deciso di esporre i cartelli in cui c’è scritto che è vietato l’accesso ai cani”.
In tal senso il regolamento canonico lascia libertà di scelta ai sacerdoti che possono, quindi, far entrare oppure no, i cani in chiesa.
Ecco il pensiero di don Antonio Rizzolo su FAMIGLIA CRISTIANA
Venendo al tema dei cani, vorrei ricondurre la faccenda nei giusti binari: non è in questione la fede o la linea del giornale, ma stiamo riflettendo su una realtà della vita e sul modo migliore di affrontarla. Non esiste, d’altra parte, una norma ecclesiastica che vieti esplicitamente di portare gli animali domestici in chiesa. Anzi, la loro presenza è talvolta ammessa nel caso di una benedizione per loro (che però spesso avviene sul sagrato). Qualche parroco, poi, lascia che una persona anziana tenga il cagnolino se resta in fondo alla chiesa. C’è anche il caso dei cani guida per i ciechi, che sono ben addestrati e di cui i padroni hanno bisogno. Sono però tutte eccezioni, che dipendono anche dalle abitudini locali, ed è a queste che Licia Colò faceva in pratica riferimento.
Di solito, ma per motivi di buon senso e di rispetto verso gli altri, penso che sia meglio tenere i cani e gli altri animali domestici a casa. Potrebbero distrarre i proprietari e gli altri fedeli, oppure dare fastidio a chi ha paura dei cani o è allergico al loro pelo. Per non parlare dell’eventuale “cagnara” che potrebbe avvenire quando sono più di uno. A ogni modo, è sempre bene parlare prima con il parroco ed è preferibile lasciare i cani a casa, soprattutto durante la Messa. Gli animali lodano già Dio con la loro stessa esistenza e il loro affetto verso chi li accudisce e vuole loro bene.
Va detto, peraltro, che il divieto di accesso non è rispettato da tutti. “No – conferma Marco – tanto che episodi simili a quello della Domenica delle Palme si sono ripetuti. I padroni si sono mostrati arroganti, si rivolgono male, qualcuno mi ha insultato, hanno detto che non metteranno più piede in un chiesa”.
“Nessuno dei proprietari si è offerto di ripulire – aggiunge Marco – né ha chiesto scusa. E noi, non essendo pubblici ufficiali, non possiamo fare altro che invitare le persone al buon senso pertanto invitiamo anche i fedeli ad aiutarci nel sensibilizzare le persone all’educazione che è il principio dell’amore di Cristo misericordioso”.