“Un po’ egocentrista e megalomane lo sono sennò non avrei creato la formula del sindaco d’Italia”. Ha anche qualche ossessione, come quella di essere avvelenato. “Un suppellettile che non manca mai nella mia stanza – dice – è la macchinetta del caffè perché sono cosciente che stare in un palazzo dove anche inquilini permanenti dall’inizio non ti amano , devono portare a organizzarti”. E ricorda la morte di Gaspare Pisciotta (che fu avvelenato in carcere con il caffè). “Io ho questa caratteristica, ho la macchinetta del caffè, le cialde, onde evitare qualunque tentazione”.
“Con Renzi ci siamo conosciuti ma, come ho detto chiaramente, se lo conosci lo eviti”. “Io non ho pregiudizi politici, essendo un uomo di amministrazione e concreto, la mia storia è una storia di democristiano-sturziano e non l’ho mai rinnegata ma la buona amministrazione non ha colore politico, un sindaco se è bravo è bravo, al di là se sia rosso o nero”.
“Noi rappresentiamo veramente il civismo autentico perché essere civici di area è tutta un’altra storia”.
Sono frasi estrapolate ieri sera dall’incontro che ha avuto a Terni, nella sala consiliare di palazzo Spada, il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, con i suoi simpatizzanti. Una sala piena che ha un po’ sorpreso (positivamente) lo stesso entourage del sindaco. De Luca sta girando l’Italia per presentare il suo quarto libro, “Non tutto è successo”. È stato accolto con calore da alcuni siciliani che vivono a Terni. Selfie e firma libro, alla fine.
Prima di essere sindaco di Taormina è stato sindaco, a sorpresa, anche di Messina. Città che ha guidato per 5 anni senza un gruppo consiliare a sostegno. Nel primo turno, infatti, le liste che lo appoggiavano non riuscirono ad eleggere nemmeno un consigliere. Unico caso in tutta Italia. Eppure è riuscito a rimanere sindaco per tutti e 5 gli anni.
Cateno De Luca ha questa filosofia: diventa sindaco, mette in ordine la città, non si ricandida, candida un fedelissimo al suo posto che viene eletto (Basile a Messina) e va a fare il sindaco da un’altra parte. Oggi a Taormina ma è stato sindaco anche di Fiumedinisi e Santa Teresa di Riva.
Non ha avuto successo nella corsa alla presidenza della giunta regionale siciliana dove ha prevalso il candidato del centrodestra Renato Schifani e non ha avuto fortuna quando ha provato ad essere eletto senatore con il suo movimento Sud chiama Nord, nel collegio uninominale di Catania dove è stato eletto Nello Musumeci.
Il suo obiettivo è quello di fare il sindaco di Sicilia ovverosia “il presidente della regione siciliana e realizzare anche nel parlamento nazionale una forte rappresentanza del civismo di tutta Italia a trazione meridionalista”. Sul ministro Raffaele Fitto (con delega al Sud) ha detto: “andrebbe rimosso”.
Un giudizio sul governo Meloni: “pessimo, è un governo nato sulle boutade, in Sicilia diremmo minchiate, vittima di promesse irrealizzabile”.
Sul sindaco di Terni, Stefano Bandecchi: “mi hanno detto che sta facendo quello che ha promesso, se questo è, allora vuol dire che sta operando bene. La forma ha poca importanza, per quanto mi riguarda è fondamentale la sostanza. Quindi se oggi Stefano (lo chiama per nome) si sta dimostrando un uomo di sostanza, allora vuol dire che Terni ha scelto bene”.