Il rischio che naufraghi per mancanza di fondi l’esperienza della Fondazione cellule staminali di Terni è più che concreto. Occorrono almeno 600 mila euro per mantenere in piedi la ricerca, lo ha detto questa mattina, in 2^ commissione consiliare, il professore Alessandro Sanguinetti che ne è il presidente.
La fondazione è stata creata da 5 soci – ha ricordato il prof. Sanguinetti – il Comune di Terni, la Camera di Commercio, la Diocesi di Terni-Narni-Amelia, l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Carit. Ogni socio ha finanziato la ricerca in misura variabile, inizialmente sono stati acquistati i macchinari e acquisite le autorizzazioni Aifa. Nel 2011 la legge Finanziaria ha impedito la contribuzione degli enti pubblici per gli istituti di ricerca, anche la Diocesi ha avuto problemi di contribuzione, la Camera di Commercio nel 2014 ha chiesto di uscire e in sostanza è rimasta la Fondazione Cassa di Risparmio e le risorse provenienti da finanziatori come le case farmaceutiche o i finanziamenti europei.
Ora stiamo alle soglie della fase sperimentale 2 nella quale si vanno a trovare gli effetti benefici della tecnica messa a punto. Ci vogliono tra i 150/200 pazienti, vuol dire una spesa tra 450 e 600 mila euro perché ogni lotto di cellule da trapiantare costa 15 mila euro. E’ partita inoltre la fase uno per la sclerosi multipla. La modifica dello statuto si è resa necessaria perché sono finiti i finanziamenti a disposizione. E’ fondamentale quindi trovare nuovi soci per andare avanti nella ricerca. La modifica statutaria consentirà di coinvolgere più finanziatori e soci, senza mortificare l’apporto di nessuno. Per far funzionare la struttura di Terni – ha ribadito il prof. Sanguinetti – anche per quanto la ricerca ci vogliono circa 600 mila euro l’anno. Dubito che noi andremo a trovare questa somma, ma comunque l’ingresso di nuovi soci, come una seconda università, è molto importante”.
“La casa di cura di San Giovanni Rotondo paga i 5 ricercatori – ha concluso Sanguinetti – Il professor Vescovi dal 2016 rinuncia al suo compenso (si tratta di 500 mila euro), anche io rinuncio al mio compenso. Le spese di manutenzione ammontano a 200 mila euro l’anno, che sono pari al contributo della Fondazione Carit”.
Nel suo intervento di replica il vice sindaco Andrea Giuli (anche a nome del sindaco Latini) non ha potuto far altro che ringraziare il professor Sanguinetti e ribadire che che all’amministrazione sta a cuore il futuro della ricerca scientifica a Terni. “Il Comune – ha aggiunto – non potrà fare più di tanto, non può mettere risorse proprie nella Fondazione, ma potrà svolgere una opera di sensibilizzazione per individuare nuovi finanziatori. L’esperienza va sostenuta, è l’ennesima sfida che segue la città”.